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Apple ha revisionato al ribasso le stime per i ricavi del primo trimestre dell’anno fiscale 2019 con una cifra di circa 84 miliardi di dollari. Lo ha comunicato il CEO Tim Cook in una lettera agli azionisti, inviata quando i mercati americani erano già chiusi. Il giorno dopo l’annuncio i risultati si sono fatti sentire con il titolo che ha perso il 10 per cento a Wall Street, trattandosi del peggior calo giornaliero da sei anni a questa parte.

Apple stimava inizialmente di avere ricavi sui 91,5 miliardi, una previsione generosa visti i risultati odierni, e anche rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dove erano stati 88,2 , la lettera del CEO mette sull’attenti tutti gli investitori, soprattutto perché c’è di mezzo il periodo natalizio.

Quali sono le ragioni di questa brusca frenata?

Tim Cook nella sua lettera parla di due motivazioni principali: un impatto “significativamente maggiore” della debolezza di alcune economie emergenti, in primis la Cina, e una domanda più debole di iPhone nella stagione natalizia appena chiusa.

Cook scrive:

“Non abbiamo previsto l’importanza della decelerazione dell’economia della Cina. In particolare, le vendite di iPhone, Mac e iPad nella seconda economia mondiale sono calate del 100% da un anno all’altro.”

L’amministratore delegato cita nella sua lettera anche le tensioni commerciali:

“Mentre il clima di incertezza è pesato sui mercati, gli effetti sembrano aver raggiunto anche i consumatori”

Il calo delle vendite nel periodo natalizio si incontra con la grande preoccupazione degli investitori, che temono la saturazione del mercato per gli smartphone prodotti da Apple.

Miliardi di capitalizzazione bruciati

Lo scorso agosto Apple era diventata la prima società da un trilione, ovvero mille miliardi, di dollari di valore in Borsa, ma da allora ha bruciato 446 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.

Al momento vale intorno ai 682 miliardi di dollari e sono solo quattro i colossi dello S&P 500 che hanno una capitalizzazione di mercato superiore ad Apple: si tratta di Microsoft, Amazon, Alphabet e Berkshire Hathaway.

Si tratterà quindi di un caso isolato o Apple deve cominciare a preoccuparsi? Se da un lato vi sono ragioni mutevoli e temporanee come possono essere le tensioni commerciali tra USA e Cina dall’altro vi sono profonde ragioni di business che spiegano la frenata.

In primis la dipendenza da un prodotto, l’iPhone (che rappresenta il 60% degli introiti), su un mercato sempre più saturo, competitivo e dove i consumatori potrebbero cambiare sempre meno frequentemente i loro smartphone. Una dipendenza che se in passato è stata fonte di successo in futuro potrà rivelarsi traditrice.