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Lega cambia nome: motivi, malumori e rischio scissione

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Non è bastato rimuovere “Nord” dal nome qualche tempo fa, la Lega ha voluto completamente cambiare identità con Matteo Salvini sempre più al centro dell’attenzione. Il nuovo nome del partito del Carroccio sarà Lega per Salvini Premier. Possiamo dire così che la vecchia “Lega Nord”, fondata da Umberto Bossi, è ormai morta e sepolta. Ma è stata una mossa giusta?

A quanto pare, no. La vecchia guardia della Lega, e parliamo sia di esponenti pubblici e ben noti, sia di militanti iscritti da tempo, non è affatto contenta di questa scelta e questo potrebbe far sprofondare il partito di Salvini (e lui stesso) in fondo alla “classifica del consenso popolare”.

Analisi sui motivi della scelta e l’egocentrismo di Matteo Salvini

La decisione del cambio di nome è stata assunta con il preciso scopo di creare, in via definitiva, una “Lega a trazione nazionale” e non più solo settentrionale. Questo cambio di rotta lo si era già intuito da tempo, più o meno dalla campagna elettorale avvenuta prima delle elezioni che portarono al primo Governo Conte (M5S-Lega), ma ora il tutto viene affermato in via ufficiale.

D’altra parte, c’è da dire che il nuovo nome contiene le parole chiave “Salvini Premier”. Questo suggerisce come la scelta del cambio di nome sia dovuta anche a una volontà di Matteo Salvini di voler essere sempre più al centro dell’attenzione, rifacendosi allo stile usato da Trump durante la campagna elettorale che lo ha portato a diventare Presidente degli Stati Uniti d’America e che usa ancora oggi, in vista delle prossime elezioni presidenziali.

L’essere al centro di tutto per Matteo Salvini è fondamentale ed era possibile sottolinearlo già un po’ di tempo fa, quando vi abbiamo parlato delle inserzioni Facebook utilizzate dal leader della Lega, concentrate quasi interamente sulla sua pagina pubblica, più che su quella del partito. Inoltre, è risultato essere il “politico più spendaccione” di Facebook. I dettagli potete scovarli in questo nostro articolo: Politici e Partiti su Facebook, ecco chi spende di più.

Lega divisa in due: rischio scissione?

La scelta non ha di certo messo d’accordo tutti i membri. Secondo quanto scritto da la Repubblica, più del 30% dei vecchi iscritti non rinnoverà la tessera, cosa che si può fare con 10€ e con la possibilità di mantenere la vecchia, in ricordo dei vecchi tempi.

Tra gli infelici della scelta troviamo i nostalgici di Bossi e, oltre a tutti gli iscritti non contenti, anche qualche personaggio di spicco del partito come Giancarlo Giorgetti, attuale vicesegretario federale. Sono ancora da risolvere le questioni legate a Fontana e Zaia.

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo ed esponente del Partito Democratico, non ha esitato a commentare la questione e l’ha fatto su Twitter. Gori ha voluto mettere in evidenza come questa potrebbe essere “l’occasione della vita” per il suo partito, che (da quanto lascia intendere Gori) dovrebbe essere bravo a sfruttare la cosa per raccogliere consenso nelle regioni del Nord, storicamente governate dalla Lega.

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