Alibaba record nei Singles’ Day ma il suo titolo crolla.

Alibaba record

Il colosso dell’e-commerce cinese Alibaba, festeggia nel Singles’ Day il suo record di vendite online per 52 miliardi di dollari in un solo giorno. Una vittoria mutilata per l’azienda che vede nelle stesse ore il crollo del suo titolo in borsa.

Singles’ Day: eccezionali promozioni online

L’11 novembre si è celebrato il Singles’ Day – versione orientale del San Faustino italiano. Se negli anni ’90 un gruppo di universitari aveva dato vita a questa celebrazione in contrapposizione alla festa degli innamorati, nell’ultimo decennio è diventato un vero e proprio evento per lo shopping. Nel 2009, fu proprio Jack Ma, fondatore di Alibaba, a fare dell’11 novembre una giornata di promozioni eccezionali online come ha fatto Amazon per i Prime Day.

Alibaba vs Amazon

Il Singles’ Day 2020 è un evento che è durato 11 giorni e, secondo i dati diffusi dalla stessa Alibaba, gli ordini cinesi sulla piattaforma hanno raggiunto la cifra di 75,1 miliardi di dollari. Un aumento del 26% rispetto allo stesso periodo del 2019. La portata mondiale di questo evento rischia di eclissare il Black Friday e il Cyber Monday statunitense.

Mentre Stati Uniti e Europa fanno i conti con i numeri in crescita della pandemia, la Cina è ritornata ai livelli di consumo pre-Covid. La propensione agli acquisti registrata nel Singles’ Day ne è una conferma.

Stop di Ant group, la controllata di Alibaba

Le vendite record dei Singles’ Day non bastano per l’azienda che proprio l’11 novembre, ha visto scendere il suo titolo ad Hong Kong di quasi il 10%. Alibaba ha infatti perso, in una sola seduta, 250 miliardi di dollari, quasi cinque volte l’incasso record delle stesse ore.

Sono stati molti i titoli a risentire della nuova bozza antitrast del Governo di Pechino sulle regole per le piattaforme online. Oltre ad Alibaba (su cui transita un quinto di tutti i prodotti venduti in Cina) hanno registrato un calo anche JD.com e Tencent, rispettivamente del 9,2% e 7%.

La settimana scorsa, infatti, le autorità cinesi hanno bloccato il collocamento Ant group, la controllata di Alibaba, specializzata in finanziamenti on line. Il collocamento avrebbe dovuto fruttare fino a 37 miliardi di dollari ma secondo Pechino la società non aveva adempiuto a tutti gli obblighi informativi nei confronti degli investitori.

Alibaba 2020

Pochi giorni prima dello stop al collocamento di Ant group, Jack Ma aveva accusato l’arretratezza dei regolatori cinesi. Questo per la loro intenzione ad imporre – in termini di capitale – all’operatività di Ant Group le stesse limitazioni delle banche, nonostante sia una pay- tech. Potrebbe essere questa piuttosto la motivazione del blocco alla quotazione da parte di Pechino.

Resta certo che i servizi finanziari online sono una minaccia per il sistema di credito in Cina. Tutti i depositi delle famiglie sono in banche controllate in modo più o meno diretto dello Stato. Gli interessi sono molto più bassi di quelli del mercato e lo Stato dispone di denaro a bassissimo costo. Canali di finanziamento alternativo rischiano di inceppare questo meccanismo: l’unica alternativa del Governo di Pechino è regolamentare le grandi società come quella di Jack Ma.