L’Italia di Mario Draghi: Paese dell’anno per il “The Economist”
Nel 2021, la rivista britannica “The Economist” ha considerato l’Italia il Paese dell’anno. “Beh, certo abbiamo vinto agli Eurovision!” direte “Per non parlare degli Europei di calcio e delle medaglie alle Olimpiadi”. No! Non siamo il Paese dell’anno perchè abbiamo dato i natali ai Maneskin e neanche perché abbiamo vinto gli Europei di calcio ed una infinità di medaglie alle Olimpiadi di Tokyo 2020. No.
L’Italia è stata considerata Paese dell’anno perché, rispetto a tutti gli altri stati, è stata quella che è riuscita a migliorare di più nel 2021. E, secondo il The Economist, il merito è sia di una stragrande maggioranza di politici che ha seppellito i pareri discordi per il bene comune del Paese ma anche e soprattutto del nostro premier, Mario Draghi.
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L’Italia e l’effetto Mario Draghi
Il “The Economist” non ha dubbi: è l’Italia il paese che è cresciuto maggiormente nel 2021 ed è merito di colui che occupa la poltrona di Palazzo Chigi, il premier Mario Draghi. La rinomata rivista britannica celebra il nostro primo ministro come un uomo competente e rispettato sulla scena internazionale. E non possiamo fare altro che crederci se ad affermarlo è la stessa rivista che più e più volte ci ha deriso e criticato. Ma carta canta quindi what else? Nel 2019 secondo i britannici eravamo più poveri del 2000 a causa della classe politica debole che siedeva al Governo. E’ cambiato tutto con l’entrata in scena di Mario Draghi, il nostro “Supermario”.
Ma cerchiamo di conoscerlo un pochino meglio.
Supermario, chi è?
Mario Draghi nasce a Roma nel 1947. Si laurea con 110 e lode alla facoltà di economia presso La Sapienza. Ottiene poi un PhD nel 1976 presso il MIT (il Massachussets Institute of Technology). Mentre insegna in varie università, a livello internazionale dal 1985 al 1990 diventa direttore esecutivo della Banca Mondiale. Dal 1991 e per ben 10 anni è Direttore generale del Tesoro. Nel 1998 firma quella che viene conosciuta come Legge Draghi che introduce la normativa per l’OPA. Da qui il boom di privatizzazioni, prima su tutte la Olivetti che sarà la prima società oggetto di OPA.
Dal 2002 al 2005 Draghi è vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs, la quarta banca d’affari al mondo e nel 2005 diventa Governatore della Banca d’Italia. Il 16 maggio 2011 viene ufficializzata la sua candidatura come presidente della BCE; la nomina definitiva arriva il 24 giugno successivo. Nel 2012 si ritrova ad affrontare una crisi economica europea per la quale chiede il cosiddetto quantitative easing, iniezione di liquidità straordinaria a medio termine per le banche. Grazie a ciò diventa uomo dell’anno per il Financial Times e The Times. Nel febbraio 2021, in piena pandemia da Covid-19 e nel mezzo della crisi di governo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo convoca con l’intenzione di affidargli la formazione del nuovo governo. Da quel giorno, Supermario è alla guida del bel Paese.
“Whatever it takes” as a political style
Quando Mario Draghi è stato nominato Presidente della Banca centrale Europea sembrava così poco italiano che gli americani lo chiamavano “The unitalian”. Così poco italiano, da approdare nel 2021 a Palazzo Chigi alla guida di un Paese che sembrava non riuscisse ad uscire dalla crisi che lo attanagliava, crisi da Covid 19 in primis. Ma forse all’Italia serviva proprio una persona come Supermario per riemergere. Un italiano che non sembra italiano ma che lo è fino al midollo, essendo nato e cresciuto nella Urbe di Fellini. Basti pensare che Draghi ha evitato quella che all’epoca fu definita “Grexit”. L’uscita del paese ellenico dall’eurozona. Una sconfitta non indifferente per l’Unione Europea. Qualsiasi cosa pur di salvare la moneta comune. Il “whatever it takes” come stile politico. Qualsiasi cosa pur di evitare che Atene precipitasse nell’abisso portando con sé l’intera Europa.
But there is another message I want to tell you. Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough.
Mario Draghi, discorso del 26 luglio 2012
Proprio per questo, grazie ai massicci interventi sul mercato obbligazionario da parte della BCE, dopo qualche anno, il PIL greco è ritornato ad essere positivo. Un miracolo praticamente. E adesso il “costi quel che costi” di Supermario si sta concretizzando in Italia con l’uscita dal tunnel del Covid. L’Italia ha il miglior numero di vaccinati nell’Unione Europea e sta crescendo con una rapidità inaspettata molto più di Francia e Germania.
Di questo passo il bel Paese può davvero mirare a diventare il paese più europeo di tutta l’Unione Europea, con spaghetti al pomodoro annessi. E l’essere stati considerati i migliori nel 2021 da una delle testate britanniche più importanti dovrebbe farcelo credere davvero. Ricordiamo che abbiamo sconfitto la nazionale inglese agli Europei di calcio quest’anno quindi immaginate quanti pizzichi sulla pancia si son dati per affermare che siamo stati migliori di loro anche nel gestire il Covid-19. E pensare che Winston Churchill diceva:
Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio.
Winston Chrurchill
Ah, noi?
E poi se non ci crediamo noi, chi lo fa? Dobbiamo credere che siamo un grande Paese, whatever it takes!