Il Covid-19 potrebbe diventare un pericoloso alleato del ritorno dell’usa e getta. E tra queste rientrano le penne in plastica. Per questo motivo l’amministratore delegato della Sprout World Micheal Stausholm ha intrapreso la battaglia personale contro proprio le penne in plastica. Egli si dice sconcertato che ogni anno ne vengono prodotte e vendute circa 50 miliardi, ovvero 135 milioni al giorno, che prima o poi finiranno nelle discariche.
E così ha dato vita a questo business che durante il Covid-19 ha visto lievitare il proprio volume d’affari. Ecco allora tutte le informazioni su questa originalissima matita.
Sprout World è un’azienda con sede a Copenaghen e Boston ha una Mission precisa “una battaglia contro le penne di plastica”. Così la società danese con a capo Micheal Stausholm ha rilevato l’ l’idea da un gruppo di studenti del Mit di Boston.
L’impresa è cresciuta del 75% raffinando sempre più il prodotto e ampliando il catalogo. Quando la matita sta per terminare la si può mettere in giardino e si può veder crescere:
Questo perché il dispositivo di scrittura possiede una capsula-seme contente circa tre sementi di una stessa pianta. Si tratta di una tecnologia brevettata sia negli USA che nell’Unione Europea. Nel 2020, la Sprout ha venduto circa 30 milioni di matite in 80 Paesi. Tra i principali acquirenti in Italia abbiamo: l’Arma dei Carabinieri, in particolare, risulta uno dei clienti più affezionati
Inoltre anche aziende straniere come: Enel, Bulgari, Ikea,Coca-Cola, Wwf, Marriott, Toyota, McKinsey, New York Highline, Spice and Tea Exchange, Ikea, e alcuni dipartimenti delle Nazioni Unite e della Ue con sede in Italia. Ma l’azienda danese ha altri clienti davvero speciali.
Michelle Obama le vende come merchandise durante il tour di presentazione del suo nuovo libro “Becoming” e Richard Branson lascia questi prodotti agli ospiti che alloggiano nel resort di Necker Island.
Il progetto è partito tutto da una ricerca di finanziamenti sulla piattaforma di crowdfunding Kikcstarter. La capsula-seme protettiva, una volta bagnata, si dissolve ed espone i semi. Va inserita nel terreno e può essere usata come etichetta. La germinazione inizia dopo una settimana e qualsiasi informazione è contenuta all’interno della confezione.
Ma bisogna fare attenzione a non farlo entrare in contatto con qualsiasi liquido. Anche metterlo in bocca potrebbe dissolvere la capsula protettiva: Sprout non conosce la differenza tra l’acqua accidentale e quella intenzionale, quindi, se viene bagnata, capisce che è tempo di semina. Trovare un compromesso tra la resistenza a eventuali incidenti e la sua dissoluzione nel terreno è complicato ma ci si sta lavorando.
Come detto dal fondatore di Sprout World, Micheal Stausholm, la domanda di prodotti eco-compatibili è in continuo aumento. La Global Corporate Sustainability sta diventando sempre più costante all’interno delle aziende. Essa rappresenta un innovativo approccio manageriale che prevede l’integrazione di obiettivi sociali ed ambientali all’interno della propria strategia d’impresa.
L’attenzione verso l’ambiente e verso le condizioni lavorative dei dipendenti deve essere massima in tutti i livelli. Che sia l’ambito produttivo, la distribuzione oppure l’operatività la situazione è la stessa. Questo fornisce nuove opportunità di mercato e può rappresentare un vantaggio competitivo. Insomma, la massima di Milton Friedman che diceva “the business of business is business” sta perdendo la sua importanza.
Se un’impresa non riesce a produrre valore aggiunto per la comunità e per l’ambiente, allora non ha senso di esistere. Ed ecco che sempre più imprenditori si stanno concentrando su prodotti Green.
Queste strategie migliorano decisamente l’immagine dell’azienda, conferendo legittimazione sociale ma soprattutto apre diverse strade per quanto riguarda le collaborazioni fra altre aziende.
Di certo non sarà la panacea di tutti i mali presenti nell’ambiente ma, in questo momento storico, le buone notizie bisognerebbe godersele.