Effetto Covid-19: la crisi del settore cosmetico stravolge il “Lipstick Index”
Negli scorsi decenni si è molto discusso sul valore del “Lipstick Index” come indicatore i periodi di crisi. L’aumento delle vendite del settore cosmetico è stato spesso visto come un campanello d’allarme per gli economisti. Ma è possibile paragonare l’aumento delle vendite di rossetti ad un indicatore economico?
L’avvento della crisi da coronavirus, l’uso della mascherina e il distanziamento sociale, hanno definitivamente stravolto questo modello. Scopriamolo più nel dettaglio.
Cosa troverai in questo articolo:
“Lipstick Index” come indicatore economico della crisi
Secondo alcuni economisti l’aumento delle vendite di cosmetici o prodotti beauty top gamma potrebbe essere indicatore di una recessione. Il cosiddetto “effetto lipstick” è la tendenza ad acquistare beni di lusso a prezzi accessibili, come può esserlo un rossetto di marca, prima di un periodo di crisi.
Il termine fu usato per la prima volta da Leonard Lauder, chairman di Estèe Lauder, quando nel 2001, dopo l’attacco terroristico alle Twin Towers, le vendite dei cosmetici in America aumentarono dell’11%. Considerando l’aspetto psicologico, anche indossare un filo di rossetto può restituire un po’ della sicurezza in tempi incerti.
Dal punto di vista economico, resta di fatto che i consumatori non sono disposti a rinunciare ai piccoli lussi, anche quando la fiducia nel sistema economico vacilla. Parliamo di lusso accessibile, non solo di cosmetici dei grandi brand, ma anche di gadget elettronici o accessori fashion.
Nonostante ciò, il “Lipstick Index” ha assunto valori positivi anche in periodi fluidi per l’economia e non può essere quindi definito un vero e proprio indicatore di un periodo di crisi.
Gli effetti del Covid-19 nel settore cosmetico
Il 2020 è stato l’anno che ha visto l’impennata del mercato eCommerce, della vendita di igienizzanti e di mascherine chirurgiche. Il settore cosmetico, dalle rilevazioni dell’associazione Cosmetica Italia, ad inizio anno aveva tenuto stabili gli indicatori economici, per poi subire un rimodellamento a causa dell’emergenza Covid-19.
A causa della nuova realtà di smart working, distanziamento sociale e uso di mascherine, è sempre meno usuale indossare trucco e profumo. Le vendite di rossetto durante il lockdown sono calate addirittura del 75%. A beneficiarne sono stati invece i prodotti per la cura della pelle, dei capelli e di trucco per gli occhi.
Secondo le stime il calo del fatturato a fine 2020 sarà solo del 11,6%, grazie alla resilienza e alle capacità di reazione del settore. Molte aziende hanno saputo sfruttare al meglio le potenzialità dell’eCommerce (+35% entro fine 2020) per far fronte alla chiusura temporanea dei negozi fisici, mentre altre si sono riconvertite nella produzione di igienizzanti.
È certo che l’avvento del coronavirus sta modificando radicalmente i comportamenti dei consumatori ed ognuno modificherà il suo stile di vita. Non si stanno solo riducendo alcuni consumi, ma sta cambiando l’atteggiamento nei confronti di molte cose.
È un momento importante in cui nuove opportunità si stanno palesando, nuove tendenze diventeranno abitudini consolidate. Perché come affermò Einstein: ”La crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”.