L’emergenza Coronavirus ha messo alle strette numerosi settori lavorativi, costringendo le persone a doversi convertire allo “Smart Working”. Non tutti però sono riusciti ad approcciare in modo adeguato con questa nuova modalità di lavoro e ovviamente c’è chi è rimasto indietro: ristoranti, pub, mezzi di trasporto e tutti quei generi di lavori che purtroppo non possono fare a meno della presenza sul posto di lavoro. Ma se da un lato, troviamo un’apocalisse di disagi tra chi è a rischio chiusura, tra chi ci sta rimettendo più del dovuto o chi ha già fallito, dall’altro, una società di nome Zoom Communications fondata nel 2011 sta cavalcando l’onda della crisi generando utili mai visti prima.
Zoom viene fondata nel 2011 in California a San Jose da Eric Yuan, si occupa principalmente di servizi di teleconferenza, quindi video chiamate, riunioni online, chat e molto altro. Partita come semplice concorrente di Microsoft Teams e con qualche problema iniziale, grazie all’impossibilità di recarsi sul posto di lavoro, zoom è riuscita a raggiungere 131 milioni di download in tutto il mondo, una crescita che Sensor Tower dichiara come 60 volte superiore rispetto allo scorso anno. Questo è un ottimo esempio di organizzazione e transizione verso una nuova era, fatta di videoconferenze e riunioni da qualsiasi luogo ci si trovi. La società Californiana, quotata al NASDAQ, vedeva all’inizio di Gennaio un prezzo che si aggirava intorno ai 70 USD per azione. Numero poi ampiamente superato con l’aumento del valore dell’azienda: 48,8 miliardi di dollari, adesso infatti è quotata all’incirca per 180 USD (al momento della scrittura).
Ma la domanda che sorge spontanea è: “Perché Zoom e non un altro servizio?” La risposta è semplice, un’analisi eseguita nel settore dimostra come gli utenti business sono molto più attratti da quest’app che dalle altre per la sua estrema semplicità di utilizzo e interfaccia intuitiva. Tutto questo, crea un’esperienza unica per chi ne fa un uso assiduo, soprattutto se si pensa che il servizio permette di supportare fino a 100 utenti collegati contemporaneamente. Va ricordato inoltre, che zoom oltre a permettere un collegamento in videoconferenza consente anche lo svolgimento della didattica scolastica in modo semplice ed immediato.
Se da un lato, troviamo Zoom che registra dei record mai visti, dall’altro abbiamo l’industria aerea costretta a restare immobilizzata (subendo un crollo senza precedenti). Si stima infatti, che da fine Gennaio a seguire, le principali aziende del settore hanno perso circa il 60% del loro valore totale. Ovviamente, le restrizioni che nei mesi scorsi ci hanno interessato hanno certamente salvaguardato la nostra incolumità e placato la diffusione del Covid-19, ma hanno altresì (purtroppo) ridotto se non azzerato la mobilità. Molte compagnie aeree, per fronteggiare questo problema, si sono ritrovate a licenziare numerosi lavoratori e a ridurre la retribuzione di chi è rimasto. Molte altre invece, dopo la prima fase di lockdown mondiale (la più critica) hanno deciso di non rimettere al lavoro il personale in cassa integrazione, lasciando pochi voli con pochi passeggeri. Questa strategia è sicuramente dettata dal fatto che, rimettere in moto l’intero organico aziendale porterebbe a costi troppo esagerati vista la situazione. Delta ad esempio ha deciso di imporre un limite nei posti a sedere: 50% della capacità massima aerea. American Airlines invece ha ad esempio optato per occupare i posti in modo alternato.
Se e quando si tornerà alla normalità ancora non è dato saperlo, del resto anche il gigante dell’investimento Warren Buffett (l’oracolo di Omaha) ha fatto un passo indietro negli investimenti in azioni di compagnie aeree. L’oracolo difatti, non molto tempo fa ha deciso di vendere tutte le quote delle principali aziende aeree di cui era proprietario: Delta, Airlines ecc…
Nello specifico, vediamo: American Airlines con una perdita circa del 66%, Lufthansa invece del 48% e Air France con circa un -55%. La cosa sconcertante però, è apprende che queste compagnie aeree in totale valgono (insieme) 46 miliardi di dollari, 2 in meno di Zoom.
Cosa riserva il futuro per Zoom non è ancora conosciuto, i fattori in gioco sono molteplici: economia, crisi da Covid-19, politica. Sicuramente, il ritorno ai massimi livelli delle compagnie aeree sarà graduale nel tempo (pandemia permettendo) magari anche attraverso investimenti sostanziosi o incentivi. Zoom invece potrebbe diventare il nuovo colosso delle videoconferenze? Per il momento, molte aziende stanno privilegiano il lavoro da casa, che forse potrebbe diventare una costante nella vita di molti lavoratori. C’è da dire che anche le lezioni per gli studenti potrebbero svolgersi anche a settembre ancora in via telematica, quindi nulla è ancora lasciato al caso.