Sono passate sette settimane da quando Ferrari S.p.A. ha deciso di sospendere la produzione a causa della pandemia da coronavirus e da questa settimana il tutto è tornato a regime. Alla base c’è una strategia aziendale portata avanti tramite il progetto “Back on Track” (“Torna in Pista”), che ha permesso all’azienda di Maranello di far tornare a lavoro tutti i suoi dipendenti in totale sicurezza.
I frutti della nuova messa in moto della produzione possiamo già osservarli (ed è una goduria per gli occhi), sono tre automobili con lo stemma raffigurante il Cavallino Rampante, stiamo parlando della Ferrari Monza SP2, della Ferrari 812 GTS e della Ferrari F8 Tributo. Per tutti i dettagli tecnici vi lasciamo all’articolo dedicato dei nostri colleghi di Vehicle CuE.
Nulla è lasciato al caso. Potremmo sintetizzare con queste cinque semplici parole tutta la strategia Back on Track e ora vi spieghiamo il perché. Partiamo dalle parole di Michele Antoniazzi, Chief Human Resources Officer della Ferrari, pronunciate quando l’epidemia si stava diffondendo a Wuhan e in Italia ancora non ce n’era traccia: “Supponiamo che un tale virus arrivi qui a Maranello. Cosa dovremmo fare ora, per evitare la devastazione e sopravvivere come azienda?”.
E già da quel momento, l’azienda di Maranello ha iniziato ad applicare delle misure di prevenzione, quali: restrizioni di viaggio, distribuzione di kit di protezione a tutti i dipendenti, rimpatrio di alcuni dipendenti dall’estero, controlli sanitari per i dirigenti di ritorno dai viaggi d’affari e monitoraggio della situazione. Arriva poi la chiusura dello stabilimento, esattamente il 16 marzo, e nel corso della medesima giornata John Elkann (Presidente) e Louis Camilleri (CEO) hanno iniziato a pensare a una strategia per la riapertura.
Nasce così il progetto denominato Back on Track, formato da una serie di passaggi chiave da seguire che potete osservare nello schema soprastante. I passaggi chiave sono 9 e sono suddivisi in 3 categorie:
Innanzitutto è stato messo su un pool di virologi ed esperti, per stabilire quali dovevano essere gli standard di sicurezza all’interno degli ambienti di lavoro. “Il supporto esterno ha creato sinergie e ci ha permesso di prendere decisioni rapide e buone.”, è il concetto espresso da Andrea Girotti, Responsabile Relazioni Dipendenti. È stata formata una task force molto contenuta, composta da Antoniazzi, Girotti, dal medico Ferrari, dal responsabile dei servizi generali e della protezione patrimoniale, dal responsabile della sicurezza e della prevenzione e da un responsabile della comunicazione.
Sono state poi create delle regole e linee guida ad hoc e rese obbligatorie per tutti, che includono: segnaletica d’ingresso, norme per manager e fornitori, logistica per diversi siti, l’uso di maschere fornite dall’azienda, procedure igieniche e sanitarie, regole per i viaggi e numeri di contatto. Il video qui sopra è stato realizzato da Ferrari per aiutare i dipendenti nel rispetto delle nuove regole.
Si è passati poi ai dipendenti e alle famiglie, con esami del sangue volontari per tutti loro, in quanto il coronavirus potrebbe facilmente colpire anche i familiari dei dipendenti, a causa della facilità di contagio. Per coloro che risultano positivi, Ferrari ha messo a disposizione gratuitamente degli appartamenti in cui condure la quarantena, dove sono presenti strumenti di diagnosi in tempo reale e assistenza medica 24/7. Inoltre, è stata creata un’applicazione per monitorare quotidianamente la salute di ogni persona e i contatti altri potenziali positivi.
È stato poi modificato anche il layout di impianto per garantire il rispetto del distanziamento sociale. In particolare, sono state modificate le zone comuni (mensa, salotti, spogliatoi, ecc…). Ad esempio, i posti in mensa sono stati ridotti da 800 a 600, sono state introdotte le protezioni in plexiglass ed è stata resa obbligatoria la pulizia del tavolo ogni volta che un lavoratore finisce di mangiare.
Come dicevamo all’inizio, sono stati ideati dei passaggi chiave anche per gli stakeholder. I fornitori della Ferrari possono accedere agli esami del sangue volontari (gli stessi di quelli per dipendenti e famiglie) e ai protocolli di sicurezza messi in atto dall’azienda di Maranello, in modo da applicarli anche nelle proprie aziende.
L’intero progetto Back on Track è stato messo a disposizione di tutte le aziende interessate, compresa l’amministrazione pubblica regionale (Emilia-Romagna), rendendo il tutto open source, in quanto Ferrari è convinta che gli stakeholder siano anche la comunità aziendale e sociale. “Il successo di questo progetto significa vedere tra mesi che i comportamenti che richiediamo siano utilizzati non solo in fabbrica, ma fuori: a Maranello, nelle città che circondano Maranello e anche in altre aziende” – Antoniazzi.
Questo video ufficiale ci mostra, in meno di un minuto, come la fabbrica abbia ripreso la produzione al 100% e come si lavori alle automobili. In particolare, sono state prodotte le Ferrari Monza SP2, 812 GTS e F8 Tributo.
La prima delle tre a essere prodotta è stata la Monza SP2, caratterizzata da una livrea nera e grigia; ben notabili i lavoratori con mascherine e guanti. Subito dopo, sono state avviate anche le linee di produzione per le 12 cilindri e le 8 cilindri, così sono nate la 812 GTS (in un elegante grigio) e la F8 Tributo, dal classico colore Rosso Corsa.
Di certo, una volta prodotte non resteranno a lungo in fabbrica. Destinazione USA per la Monza SP2, andrà in Australia invece la 812 GTS e percorrerà le strade della Germania la F8 Tributo.