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Covid: il turismo in Italia non sarà come prima

In attesa di scoprire le linee guida della cosiddetta “Fase 2”, gli imprenditori italiani iniziano a fare i conti con le conseguenze scaturite dalla crisi sanitaria. A preoccupare più di tutti è il settore turistico che, secondo i dati Istat del 2017, rappresenta circa il 5% del Pil e conta all’incirca 1,4 milioni di dipendenti.

Le statistiche del Touring Club non promettono bene. Date le circostanze, gli afflussi di turisti stranieri che fino a qualche anno fa erano stimate intorno al 50% delle presenze totali, saranno notevolmente ridotti.

Le domande allora sono tante: come ne uscirà allora il Turismo in Italia da questa crisi? Come dovranno fare gli imprenditori a rimanere in piedi? Come si può evitare di lasciare a casa centinaia di migliaia di dipendenti? Le risposte sono complesse ma non ci resta che analizzare un po’ di dati e sentire i consigli degli esperti.

Turismo in Italia: da dove arrivano i turisti?

L’Europa gioca un ruolo importante nel turismo straniero in Italia. Il 79% di tutte le presenze straniere fa riferimento proprio ai cittadini del Vecchio Continente, di cui il 27% provenienti dalla Germania. A seguire:

  • Stati Uniti;
  • Francia;
  • Regno Unito;
  • Paesi Bassi;
  • Svizzera;
  • Austria;
  • Polonia;
  • Spagna;
  • Russia.

Questi flussi esteri hanno prodotto nel 2019 una spesa complessiva di circa 45 miliardi di euro, di cui il 54% riconducibili all’attrattività delle regioni del Nord, maggiormente colpite dal virus. Ma le ricadute non le subiscono solo le strutture ricettive ma anche tutte le attività interconnesse come i trasporti, l’intermediazione e, più in generale, il commercio

Infatti, per 100 euro spesi dai turisti, solo un terzo va alla ricettività e circa 20 euro ad altri servizi non compresi tra quelli principali come assicurazioni e acquisti generici. Per il resto si contano: 13 euro alla ristorazione, 12 euro per attività di shopping, 7 al trasporto aereo. Le restante spese riguardano altri mezzi di trasporto, ai tour operator, servizi sportivi e culturali.

Come saranno le vacanze estive in Italia?

Se da una parte è previsto un calo dei flussi stranieri, dall’altra si prospetta un’estate all’insegna del turismo di prossimità. Secondo l’Agi ed il Touring Club italiano, i primi fattori propulsivi deriveranno dal turismo domestico, così come nel secondo Dopoguerra. Una destinazione che ne risentirà parecchio sarà la Provincia Autonoma di Bolzano a causa della domanda turistica prettamente estera. Questo perché la lingua tedesca fa da protagonista attraendo molti turisti per quanto riguarda la stagione montana estiva.

Stessa sorte per il Veneto, la cui capacità di attrazione sui mercati stranieri è legata all’offerta balneare, lacuale e a quella delle città d’arte, Venezia in prima fila. Anche il Lazio e la Lombardia che presentano un tasso di internazionalità superiore al 60% dove Roma e Milano sono centri strategici per turismo urbano e d’affari.

La Toscana, il Friuli-Venezia-Giulia, le Isole e delle Regione del Sud godono di un tasso di internazionalizzazione di poco inferiore, ma comunque il linea con la media nazionale (sul 50%)

Come sarà composta la domanda e l’offerta turistica in Italia?

Secondo un’indagine dell’Ipsos, il numero di persone che ha deciso di confermare le proprie vacanze primaverili o estive si è ridotto di un quarto. Il 15% di chi ha prenotato prima della crisi è incerto e solo il 10% ha rinunciato definitivamente. Ciò che risalta subito agli occhi è che tra questi ultimi, per la maggior parte si tratta di over 45 proveniente dai Paesi del Nord.

Quindi, nei prossimi mesi la domanda turistica sarà molto probabilmente più giovane (fascia d’età compresa tra i 16-45 anni)  e proveniente dalle zone meno colpite dal Covid-19. In particolare, se il principale fattore del rischio di contagio resta la densità di popolazione, allora ci si può aspettare un riassetto dei “turismi”:

  • naturale;
  • professionale;
  • scolastico;
  • religioso;
  • urbano.

La rivoluzione nell’Hospitality management

Al termine del lock-down, i primi interventi dovranno riguardare la spesa in sanità, ristrutturazione urbana ed il risanamento ambientale. I turisti si muoveranno verso le aree più sicure con alti standard di pulizia e percezione di salubrità. Di conseguenza, si dovrà investire molto nella comunicazione perché sarà necessario fornire informazioni dettagliate legate alla salute e alla sicurezza.

Nelle infrastrutture dovranno essere assicurati: screening, dispositivi di protezione e di igienizzazione e la possibilità di mantenere la distanza di sicurezza che andrà garantita per non contagiarsi.

Per evitare gli ingorghi nei mezzi di trasporto, nuova linfa si potrà trovare nella mobilità alternativa grazie all’implementazione di servizi di noleggio di biciclette e di aree pedonali. Gli eventi dovranno essere più piccoli ma a maggior valore aggiunto, così come sarò necessario riconvertire stadi e fiere, al momento impraticabili.

Infine, come già accennato precedentemente la fascia di età 16-45 potrebbe trasformarsi nel target di riferimento principale, il che porta con sé un’esigenza imprescindibile di innovazione, tecnologia e creatività come servizi di realtà virtuale e aumentata. I ristoranti per equilibrare la riduzione dei posti a sedere, dovranno spingere molto sul take away.

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Published by
Gabriele Proto