Johnson & Johnson “causa dipendenza da oppioidi”: multa di 572 mln $

PRECEDENTE STORICO

Il titolo non ha subito scossoni in borsa, anzi, gli analisti si aspettavano una multa ben peggiore, ma è solo questione di tempo prima che alla J&J comincino a tremare: sono prossime 2 mila nuove cause legali contro la multinazionale. Johnson & Johnson (di cui avevamo già trattato per l’affare-Auris) è infatti stata ritenuta responsabile di aver alimentato la crisi degli oppioidi nello stato di Oklahoma e dovrà perciò pagare 572 mln $ (che si aggiungono ai 4,7 mld $ per il caso talco cancerogeno) per rimediare alla devastazione causata dall’epidemia . È la decisione, che creerà un precedente, del giudice distrettuale di Cleveland, Thad Balkman. Si tratta del primo processo contro un produttore di oppioidi, che spiana la strada alle altre 2.000 azioni legali avviate negli USA contro diversi produttori, distributori e rivenditori dei medicinali incriminati, ritenuti responsabili di 400.000 morti statunitensi a partire dal 1999. La dipendenza da oppioidi è la quinta causa di morte tra gli americani, addirittura più comune degli incidenti stradali: arriva a coinvolgere, in qualche modo, un cittadino americano ogni tre.

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LE RAGIONI DELLA SENTENZA

“La crisi degli oppioidi ha devastato lo stato dell’Oklahoma deve essere affrontata immediatamente perché rappresenta un pericolo imminente e minaccia i cittadini dello stato”

afferma Balkman mentre annuncia la propria decisione, con la quale sancisce una storica vittoria del procuratore generale di Oklahoma, Mike Hunter.

Secondo Hunter, Johnson & Johnson, non solo forniva ai concorrenti il 60% degli oppiacei necessari alla produzione di antidolorifici, ma ha anche avuto un ruolo attivo negli sforzi dell’industria farmaceutica per spingere i medici a superare la loro riluttanza nel prescrivere gli oppioidi.

Il tutto attraverso una campagna iper-aggressiva di disinformazione rivolta ai medici meno consapevoli dei rischi dei medicinali. Johnson & Johnson ha messo in atto una frode di marketing guidata dal desiderio di realizzare miliardi di profitti e lo ha fatto

“sviluppando e realizzando un piano per influenzare direttamente e convincere i medici a prescrivere sempre più oppioidi nonostante fosse consapevole del loro abuso, del loro cattivo uso, della dipendenza creata e delle morti causate”.

Questa l’accusa mossa da Hunter.

“Abbiamo mostrato che Johnson & Johnson è alla radice della crisi degli oppiacei, che ha realizzato miliardi di dollari in un arco temporale di 20 anni. Hanno sempre negato la responsabilità anche se allo stesso tempo hanno affermato di voler fare la differenza nel risolvere il problema”

evidenzia Brad Beckworth, facente le veci dello stato dell’Oklahoma durante il processo.

La decisione del giudice segue i patteggiamenti degli altri big player del settore, Purdue Pharma e Teva Pharmaceutical, che si sono impegnate a pagare rispettivamente 270 e 85 mln $.

LA DIFESA

Johnson & Johnson intende presentare ricorso contro la decisione. Jansenn, la divisione chiamata in causa, non è “la causa della crisi degli oppioidi in Oklahoma” afferma Michael Ullmann, legale e vice-presidente esecutivo di J&J. “Riconosciamo che la crisi è un tema di sanità pubblico complesso” aggiunge. “Non ditemi che i dottori non fossero consapevoli del rischio”, gli fa eco l’avvocato difensore, Larry Ottawa.

Per dovere di cronaca, occorre far presente che l’Oklahoma è uno degli stati più colpiti dalla crisi degli oppioidi. Fra il 2015 e il 2018 si sono prescritte 18 milioni di ricette per oppioidi, una quantità enorme soprattutto considerando che la popolazione è di 3,9 milioni di persone. Dal 2000 circa 6.000 residenti sono morti per overdose di oppioidi.

IN BORSA

Il titolo è inizialmente salito in borsa del 4%, per poi calare fino ad un +1,84%: la multa è stata molto più bassa di quella richiesta dal procuratore, che avrebbe voluto che la multinazionale sborsasse 17 mld $ da utilizzare per la prevenzione e le cure dalle dipendenze.

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