Nancy Pelosi a Taiwan, cosa comporta questa visita?
Ieri pomeriggio, orario italiano, l’aereo della speaker della Camera degli USA Nancy Pelosi è atterrato a Tapei, in Taiwan. Il velivolo ha percorso una tratta più lunga onde evitare di sorvolare il mar Cinese meridionale. L’arrivo della speaker a Taiwan, accolta dal ministro degli Esteri Joseph Wu è stato preceduto da un suo Twitter nel quale affermava:
La visita della nostra delegazione a Taiwan onora l’incrollabile impegno dell’America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese. Le nostre discussioni con la leadership di Taiwan riaffermano il nostro sostegno al nostro partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo pacifica libera e aperta.
E ancora:
La nostra visita è una delle numerose delegazioni del Congresso a Taiwan e non contraddice in alcun modo la politica di lunga data degli Stati Uniti.
Ma la Cina come ha preso questa visita?
Cosa troverai in questo articolo:
Nancy Pelosi a Taiwan, qual è la risposta della Cina?
Ovviamente la risposta della Cina non è tardata ad arrivare ed è stata anche bella dura. Secondo una nota scritta dall’Ufficio per gli affari di Taiwan del Comitato centrale del Pcc, la visita di Nancy Pelosi a Taiwan rappresenta una” grave violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Cina”. Il viceministro Xie Feng ha definito questa visita “una grave provocazione e violazione del principio della Unica Cina” proprio per questo in tardissima serata è stato convocato l’ambasciatore Usa a Pechino, Nicholas Burns al quale è stata espressa una forte condanna. Secondo il viceministro cinese, gli USA avrebbero dovuto frenare la visita della Pelosi impedendole di andare contro corrente. Perché contro corrente? Semplicemente perché l’ultimo rappresentante americano ad aver messo piede sull’isola fu Newt Gingrich, presidente del Congresso americano, nel 1997 quindi ben 25 anni fa!
Ed è proprio per far valere questa sovranità che la Cina ha deciso di fare delle esercitazioni militari anche a fuoco vivo in sei aree marittime ad est di Taiwan. Nel frattempo, sull’isola sono già stati avvistati 21 caccia cinesi, tra cui otto J-11 e dieci J-16.
La risposta degli USA
Se da una parte abbiamo il duro attacco cinese, dall’altra abbiamo la replica di Washington secondo cui Nancy Pelosi aveva diritto a visitare Taiwan. John Kirbly, portavoce della sicurezza nazionale ha ribadito che:
Gli Usa non sostengono l’indipendenza di Taiwan e continuano a supportare la politica dell’ ”Unica Cina”.
Intanto quattro navi americane sarebbero state avvistate al largo di Taiwan ma a quanto pare solo “per monitorare il viaggio della Pelosi e vigilare sulla sua sicurezza”. Della serie “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!”.
Ma perché Taiwan sembra essere così importante?
La Cina la vuole per sé mentre gli USA sembrerebbe volerla proteggere. Ma da cosa? E soprattutto, perché? Beh, analizziamo assieme la storia di questa isola di 36mila chilometri. Taiwan è piena di colossi tecnologici nel mondo dei semiconduttori tanto che nel 2021, il settimanale britannico The Economist l’ha definita “il posto più pericoloso al mondo”. Ma partiamo con ordine.
Taiwan, o meglio l’isola di Formosa, è il corpo principale del territorio amministrato oggi dal governo di Tapei. Occupata dagli olandesi e colonizzata dal Giappone tra il 1895 ed il 1945, è finita sotto l’amministrazione della Repubblica di Cina fondata nel 1912. Ma quindi cosa c’entrano gli USA in tutto questo? Semplice. Il partito comunista cinese vuole riunificare Taiwan con la Cina (la cd “annessione”) mentre gli USA ne vuole preservare l’attuale status quo. La Cina però accusa gli USA di fomentare le spinte secessioniste taiwanesi cioè la volontà del popolo di perseguire l’indipendenza come Repubblica di Taiwan.
Per Pechino, avere Taiwan significa avere l’ultimo pezzetto per finire il puzzle del ringiovanimento nazionale perché l’isola ha contribuito alla grande ascesa economica cinese. Taiwan è piena di talenti attratti dalla Cina grazie agli stipendi nettamente più alti rispetto a quelli percepiti sull’isola. Ecco perché Taiwan mira all’indipendenza. Perché esportare talenti quando potrebbero crescere nel proprio paese rendendolo una potenza mondiale?
Per gli USA, invece, l’avere dalla propria parte Taiwan è un miglioramento soprattutto qualitativo vista la leadership taiwanese nell’ambito degli assemblaggi e della fabbricazione dei semiconduttori. Una delle aziende più influenti per la produzione di semiconduttori è TSMC che possiede ben il 52,9% del mercato mondiale nel settore di appartenenza. Basti pensare che il primo competitor è la sudcoreana Samsung Electronics che ne possiede solo il 17,3%!
Ma Taiwan è strategica anche per la posizione geografica. Se Pechino la conquistasse, diventerebbe un trampolino di lancio per la Cina sul Pacifico.
Taiwan e la Repubblica Popolare sono legati da un cordone ombelicale non facile da tagliare. Nel 2021 oltre il 42% delle merci esportate da Taiwan erano dirette nella Repubblica Popolare. Dunque, la Cina ha bisogno dei talenti di Taiwan mentre Taiwan ha bisogno delle esportazioni verso la Cina.
Dopo questo breve excursus sul triangolo Taiwan-Cina-USA e ritornando alla visita di Nancy Pelosi a Tapei, la domanda che sorge spontanea è una sola: ma qualche giorno senza la costante paura di una guerra o di una nuova pandemia, riusciremo a viverlo? Oramai siamo la generazione del “viviamo giorno per giorno che è meglio”. In ogni caso…staremo a vedere!