Elezioni americane 2020: una battaglia all’ultimo sangue
La battaglia si è fatta sempre più tortuosa di ora in ora. Le previsioni che nelle settimane scorse sembravano così chiare per le elezioni americane 2020 hanno lasciato spazio all’incertezza. Tutto si giocherà in base al risultato di 5 stati.
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Le previsioni si sbriciolano davanti ai dati
In molti si chiedevano se le previsioni decretate alla vigilia del voto avrebbero retto il confronto con la realtà. Purtroppo per i democratici, la prima doccia fredda è giunta durante il primo scrutinio, dove la grande vittoria blu non si è potuta decretare.
Un dato che aveva fatto propendere tutti gli analisti in favore di Biden è legato all’enorme affluenza alle urne che ha raggiunto il 67%. La percentuale è rilevante se si pensa che nel 2016 l’ammontare di votanti si era fermata al 55.8%, ma questo incremento sembra sia dovuto perlopiù all’early voting, ovvero al voto anticipato perpetrato da 101 milioni di cittadini statunitensi. In questo caso, oltre 65 milioni di persone si è avvalsa del voto per posta, ed è proprio questo ammontare di preferenze che sembra decreterà il vincitore finale.
Un segnale piuttosto rilevante giunge proprio da Trump, che sin da subito dichiara il proprio chiaro vantaggio in un tweet: “Stiamo andando bene su tutto il paese. Grazie a tutti!”
In queste elezioni ogni touch down viene poi recuperato
La situazione si prefigura effettivamente in favore di Trump che guadagna nei primi poll 8 grandi elettori in Kentucky e mostra un discreto vantaggio in Indiana. Sebbene Biden abbia perso inizialmente solo il Vermont, il focus si sposta in stati che possano dare un’indicazione dell’andamento del voto, tra questi l’Ohio. Dopo momenti di continua oscillazione, quest’ultimo viene assegnato a Trump, e la battaglia si sposta dunque in Florida.
La Florida infatti è una vittoria chiave, dato che è chi prevale può acquistare ben 29 grandi elettori. In queste elezioni, Biden supera le percentuali raggiunte da Hilary nel 2016 nella contea di Pinella, ma presenta una performance peggiore nella contea di Miami-Dade. Questo segna un testa a testa che delinea già da subito un’impossibilità di segnare il punto di touch down a vincitore.
Gli exit poll resi pubblici dalle televisioni americane danno un Biden in vantaggio con 273 voti, dichiarandolo primo in ben tre stati rilevanti, ovvero Michigan, Wisconsin e Arizona. Il distacco da Trump di ben 4 punti sembra delinearsi anche in Pennsylvania, ma i candidati sono troppo vicini e nessun verdetto può essere emanato. In queste elezioni americane anche se Trump conquistasse Pennsylvania, Florida e North Carolina, non raggiungerebbe la soglia di 270 necessaria per vincere.
Elezioni americane all’insegna di ricorsi e dichiarazioni
A Trump vanno South Carolina, Alabama, Mississippi, Tennessee, Oklahoma e successivamente Indiana, Wyoming, South Dakota e Louisiana. Mentre Biden si afferma in Maryland, Massachusetts, Connecticut, Illinois, New Jersey e anche in New Mexico, Colorado e New York come previsto. Ora l’obiettivo dei democratici strappare ai repubblicani lo storico stato rosso della Georgia e la Florida, dove Joe detiene l’appoggio della comunità cubana.
Anche in questa elezione la camera viene assegnata ai blu, che guadagnano 5 seggi in più. I problemi nascono proprio nello stato chiave della Pennsylvania dove i candidati si giocano tutto. Infatti nella contea di Lancaster i commissari hanno accantonato le votazioni per posta ricevute dal 20 al 3 novembre e rimandano ogni decisione alla Corte Suprema. Oltre alle ovvie Missouri e Utah che vanno a Trump, degna di nota è la vittoria della prima senatrice transgender Sarah McBride nel Delaware.
Mentre la paura di scontri nella notte elettorale imperversa nella capitale e Biden si aggiudica la California e lo Stato di Washington, lo spoglio negli stati chiave di Pennsylvania e Michigan si protrae. Mentre Trump si aggiudica l’agognata Florida e Biden rimarca la volontà di aspettare la fine dello spoglio elettorale, Trump sferra un attacco inaspettato e con un tweet accusa gli avversari, dichiarando il furto di voti.
Elezioni americane: la corsa ha un leader non definitivo
Dopo gli attacchi efferati del tycoon che decanta già la vittoria, l’occhio si sposta in Pennsylvania dove come dichiarato dal governatore Tom Wolf “Nemmeno oggi potremmo conoscere il risultato”. Il nome definitivo del nuovo presidente è affidato nelle mani degli scrutatori che hanno il dovere di conteggiare ogni singolo voto arrivato per posta.
Attualmente, nello stato della Pennsylvania risulta in vantaggio Trump con il 54,2%, mentre in Michigan la corsa è capitanata da Biden che precede l’avversario di oltre 30.000 voti. Ma i risultati ancora tardano ad arrivare e in Georgia, altro stato chiave, le scede da scrutinare sono ancora 200.000.
Ora l’attenzione è focalizzata sugli stati che possono decretare la vittoria in favore di uno o dell’altro candidato, ovvero i contesi Georgia, Michigan, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Biden al momento punta ad ottenere il favore dei voti postali e si aggiudica il vantaggio in Wisconsin e Michigan, ma la gara è ancora tutta in corsa.
Articolo a cura di Luisa Bizzotto