Elezioni 2022, come funziona il sistema elettorale nel nostro Paese?
Come ormai è noto a tutti, il 25 settembre noi italiani saremo chiamati a votare per eleggere chi occuperà gli scranni del Parlamento ma sappiamo come funziona il sistema elettorale italiano attualmente vigente?
Cosa troverai in questo articolo:
Sistema elettorale, come funziona quello italiano?
L’Italia è una repubblica parlamentare che esercita la democrazia sotto forma di democrazia rappresentativa, infatti, i cittadini hanno il diritto ad eleggere chi li rappresenterà. La democrazia rappresentativa può essere:
- Bipartistica cioè rappresentata da soli due grandi partiti che si contendono le elezioni ed è quella che troviamo negli USA;
- Pluripartistica cioè rappresentata da più partiti che mirano ad occupare il Parlamento ed è quella presente in Italia.
Altra grande differenza a livello di panorama mondiale è data dal:
- Sistema elettorale di tipo maggioritario; questo sistema premia il candidato che, alle elezioni, riceve più voti secondo la logica “first past the post system” ossia “il primo prende tutto”. Tutti gli altri non entreranno a far parte del Parlamento. Questa è una modalità elettorale associata spesso a governi presidenziali o semipresidenziali, infatti, è molto diffusa nel mondo anglosassone. Nel sistema maggioritario i seggi sono piccoli e vince chi ottiene anche solo un voto in più rispetto agli altri candidati. Ovviamente qui è facile imbattersi nei ballottaggi tra persone che hanno avuto lo stesso numero di votazioni. Vince il candidato che al primo turno supera il 50% delle votazioni.
- Sistema elettorale di tipo proporzionale; questo sistema riproduce in parlamento la proporzione delle diverse parti dell’elettorato. In questa tipologia di sistema, gli eletti possono essere scelti in collegi plurinominali con liste corte e lunghe. Queste liste sono sia libere dando la possibilità agli elettori di poter esprimere una o più preferenza sia bloccate non dando la possibilità agli elettori di scegliere la propria preferenza ma decidendo sulla base della posizione in lista decisa dal partito.
Italia vs Germania
Un classico esempio di sistema elettorale proporzionale è quello tedesco. Gli elettori esprimono il loro voto per i candidati che si presentano nei collegi uninominali e per i candidati che si presentano in una lista di partito bloccata. La suddivisione dei seggi si basa su questo secondo voto ma il numero dei deputati che possono entrare a far parte del Bundestag è variabile toccando una soglia del 5% di sbarramento. In Italia invece il numero è fisso.
In Italia, il sistema elettorale è misto cioè conserva elementi di entrambi i sistemi sopracitati. Secondo questa tipoogia di sistema, è possibile votare il candidato di un collegio e scegliere un altro di una lista differente.
Sistema elettorale, la storia di quello italiano
Nel nostro Paese, il modello proporzionale è stato adottato per la prima volta nel 1919 quando furono abolite le restrizioni in base al livello di istruzione dell’elettore e della famiglia di appartenenza. Tale sistema, utilizzato per le elezioni dell’Assemblea costituente dopo la caduta del fascismo, è rimasto in vigore fino al 1994. Il primo tentativo di passare dal sistema proporzionale a quello misto ci fu nel 1953 con la cosiddetta “legge truffa” ossia una proposta volta ad introdurre un premio di maggioranza per la coalizione che avesse superato la soglia del 50% dei voti. Ovviamente questa legge fu abrogata.
Un grosso colpo al sistema proporzionale arrivò con il referendum del 1993 che cancellò parte del sistema elettorale del Senato. Interpretato come la volontà del popolo a passare al sistema maggioritario, questo portò alla introduzione della cosiddetta legge “Mattarellum” che prevedeva di assegnare il 75% dei seggi della Camera in collegi uninominali a turno unico. La parte restante veniva assegnata in maniera proporzionale con uno sbarramento del 4%, con liste bloccate. Più di una volta si è cercato di mettere da parte il sistema proporzionale cercando di dare maggior valore a quello maggioritario seguendo il modello anglosassone fino al 2018, quando è stata introdotta la Legge Rosato.
Il Rosatellum Bis
In Italia, il sistema elettorale, si basa sulla Legge Rosato o meglio conosciuta come Rosatellum Bis. Applicata per la prima volta nel 2018, ha sostituito l’Italicum e la legge Calderoli. Secondo questa legge, il sistema maggioritario viene utilizzato per assegnare un terzo dei seggi di Camera e Senato mentre la restate parte viene assegnata secondo il sistema proporzionale. Il 61% dei posti in Parlamento è ripartito, infatti, tra le liste secondo una proporzione con diverse clausole di sbarramento. Il 25 settembre 2022 si andrà a votare seguendo la Legge Rosato, adattata secondo la nuova composizione del Parlamento. Dopo la legge costituzionale del 19 ottobre 2020 il numero dei deputati è sceso a 400 mentre quello dei senatori a 200. Inoltre, l’elettorato attivo sia per Senato che per la Camera è passato a 18 anni.
Come si vota?
Per noi elettori, il meccanismo di scelta per i due rami del Parlamento è identico. Sulla scheda ci sarà un candidato per ogni coalizione con una lista bloccata di candidati che lo sostengono. Non è possibile il voto disgiunto ossia non è possibile votare un candidato all’uninominale non collegato alla lista scelta per il sistema proporzionale.