Falla DPCM: chiudere a mezzanotte e riaprire poco dopo seguendo il protocollo
Locali chiusi a mezzanotte, ma riaperti poco dopo! Ecco come un esercente di Catanzaro lido ha ingannato il DPCM, seguendo il protocollo.
Dopo le questioni tra Juventus e Napoli, è diventato virale sui social il meme con Andrea Agnelli e la fase “Il protocollo è chiaro” e questa potrebbe essere la situazione ideale per utilizzarlo. Stavolta, però, non si parla di squadre di calcio, bensì di Governo, DPCM, COVID-19 e di un barista di Catanzaro Lido.
A quanto pare, ingannare il nuovo decreto governativo è possibile (ahimè, ndr) e il primo a farlo, destando non poco scalpore, è stato un barista di Catanzaro Lido. Lui era obbligato a chiudere il proprio locale a mezzanotte, come previsto dal decreto, ma è riuscito a riaprire un quarto d’ora dopo grazie a una falla presente nel testo del DPCM, ovvero l’assenza di uno specifico orario di apertura. Ma questo non è l’unico errore di scrittura presente.
Cosa troverai in questo articolo:
Il fatto
Durante la notte tra venerdì 16 e sabato 17 ottobre, un esercente di Catanzaro Lido ha (giustamente) chiuso il suo locale allo scoccare della mezzanotte, come previsto dal nuovo DPCM. Poco dopo, esattamente alle 00:15, lo stesso esercente ha deciso di riaprire nuovamente il suo locale. Di conseguenza, le Forze dell’Ordine si sono presentati davanti al locale, chiedendo spiegazioni al proprietario mentre gli comunicavano che sarebbe dovuto essere chiuso a mezzanotte.
Il proprietario del Bar ha però spiegato agli agenti di non aver commesso alcuna infrazione rispetto a quanto previsto dal nuovo DPCM, dicendo che: “L’orario di apertura non c’è“. Dopo aver ascoltato le parole dell’esercente, gli agenti non hanno potuto far altro che andarsene e lasciare che il locale continuasse a lavorare tutta la notte, almeno fino a quando il decreto non verrà corretto.
Gli altri errori simili nel DPCM
Il problema è di natura tecnica, ovvero è la modalità di scrittura che è errata e che dà ragione (senza sé e senza ma) al proprietario del locale sopracitato. Questo errore non è però il solo che troviamo nel DPCM o che abbiamo potuto notare nei vari decreti pubblicati nel corso di questi mesi legati alla pandemia.
Ne sono un esempio quanto scritto nel decreto di maggio, parole come “affetti stabili” o “congiunti”, che hanno avuto poi bisogno di ulteriori precisazioni per far capire ai cittadini e alle Forze dell’Ordine (ovviamente non colpevoli di quanto successo a Catanzaro Lido) il giusto comportamento da adottare e il confine tra azione legale e illegale.
Nell’attuale decreto ce ne sono almeno due di questi errori tecnici, entrambi legati all’attività sportiva. Il primo è legato proprio alla definizione della stessa, in quanto chi effettua attività sportiva non deve indossare la mascherina, mentre chi indossa attività motoria sì. Ma come fa un agente a distinguere le due cose? Qual è il parametro di confronto? Il secondo errore è legato alle partite di calcio, in quanto è specificato che è vietato disputare una partita di calcio a 5, a 7, a 8 e a 11; e se si va a giocare in 4,6,9,10 o 12?
Sono piccolezze a cui, molto probabilmente, non è semplice pensare durante la stesura di un DPCM, ma che stando a quanto successo a Catanzaro Lido, potrebbero essere facilmente usate come appigli per ingannare le regole. Speriamo, quindi, in una rapida correzione del decreto e che i cittadini si dotino di buon senso e non si provi sempre a bypassare la Legge.