Addio busta paga, dovete lavorare senza ricevere un euro: passata la legge | Chi è in questa lista non può più ricevere lo stipendio

Addio alle buste paga (pixabay.com) - www.managementcue.it
Addio alle buste paga: ecco cosa prevede la nuova legge per questa categoria di lavoratori. Chi si trova nella lista, non riceve un soldo.
La recente introduzione di alcune normative, che sembrano interessare solo una parte della popolazione, ha sollevato interrogativi di portata ben più estesa.
Nascondendosi tra le tante complessità di matrice burocratica, ci sono disposizioni in grado di influenzare profondamente e incisivamente la vita quotidiana dei cittadini.
Le nuove regole dettate dalla Legge di Bilancio 2025 non fanno eccezione e suscitano sicuramente dibattito, tanto tra esperti del settore quanto nel pubblico generale.
Alcuni le considerano un passo necessario verso una maggiore equità, mentre altri temono che le conseguenze possano risultare eccessive per i cittadini interessati.
Cosa troverai in questo articolo:
Nuove trattenute
Come riportato da Brocardi, la Legge di Bilancio 2025 prevede un’importante innovazione che entrerà in vigore a partire dal 2026. I dipendenti pubblici che guadagnano più di 2. 500 euro al mese e hanno un debito fiscale superiori a 5. 000 euro verranno soggetti a trattenute direttamente sullo stipendio. Questa misura è pensata per recuperare risorse da coloro che, nonostante una retribuzione significativa, presentano debitorie nei confronti del Fisco. L’articolo 1, commi 84 e 85, autorizza la sospensione di somme dovute a qualsiasi titolo, comprese quelle legate al licenziamento, per coprire il debito. Questa iniziativa non sostituisce le norme esistenti sulla pignorabilità, ma si aggiunge a esse introducendo un nuovo meccanismo specifico per il settore pubblico.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha segnalato che oltre 250. 000 dipendenti pubblici potrebbero trovarsi già in una situazione interessata da questa disposizione. Tra di essi, circa 30. 000 guadagnano in media 3. 500 euro al mese e rientrano quindi nei parametri stabiliti. Per costoro, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione potrà applicare una trattenuta pari a un settimo della retribuzione mensile. Ad esempio, chi percepisce 3. 500 euro avrà un prelievo mensile di 500 euro, mentre per indennità straordinarie, come la tredicesima, sarà prevista una trattenuta del 10%.
Più tempo per regolarizzarsi
Come descritto da Brocardi, l’entrata in vigore della norma è fissata per il 2026, in modo da consentire ai lavoratori coinvolti di regolarizzare la propria posizione. In caso di contestazioni sui debiti con il fisco, sarà possibile presentare opposizione, grazie anche al nuovo termine di 60 giorni per il pagamento, esteso rispetto ai precedenti 30.
L’obiettivo ufficiale del Governo è duplice: aumentare l’equità fiscale e garantire entrate certe e regolari per l’erario. Tuttavia, resta aperto il dibattito sulla sostenibilità sociale di una misura che, di fatto, rischia di azzerare la busta paga di chi si trova in difficoltà economica, peggiorando ulteriormente la situazione dei debitori pubblici.