Ultim’ora INPS, “Mandiamo in pensione chi non lavora” | Sono loro che prendono di più in Italia

Ti mandano in pensione, anzitempo (Canva) - managementcue.it
Se hai le carte in regola per farlo, e non lavori, vai subito in pensione, e approfitta di questa grande opportunità.
Perdere il lavoro, può rappresentare un momento di grande incertezza. Sebbene, sia possibile affrontarlo con strumenti concreti, come i sussidi statali, e le misure di sostegno al reddito. Motivo per cui, sapere quali siano appunto i propri diritti, è il primo passo per ripartire.
In Italia, esistono diverse forme di aiuto economico, per chi ha perso l’impiego: come la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Indennità che, nello specifico, vien erogata dall’INPS, e ha lo scopo di supportare temporaneamente chi si trova disoccupato, in modo involontario.
Per accedere ai sussidi è necessario rispettare alcuni requisiti, come l’aver lavorato per un certo periodo, e l’esser iscritto al Centro per l’Impiego. E anche la tempestività, è fondamentale: poiché la domanda va presentata entro, e non oltre, 68 giorni dalla cessazione del contratto.
Ma ottenere un sussidio, non è solo un aiuto economico, bensì anche un’opportunità per riorganizzarsi, formarsi, e cercare nuove occasioni lavorative, con maggior serenità.
Cosa troverai in questo articolo:
Cos’è la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità è un trattamento economico erogato dall’INPS, ai familiari superstiti di un pensionato, o di un lavoratore assicurato, purtroppo deceduto. E l’importo, varia in base alla relazione con il defunto, e alla situazione economica del beneficiario – secondo quanto previsto dalla Riforma Dini (L. 335/1995). Le percentuali restano confermate anche per il 2025: ovvero, 60% al coniuge; 70% al figlio unico; 80% a due figli; e 100% a tre o più, in assenza del coniuge.
La Corte Costituzionale, per questo motivo, ha più volte ampliato l’ambito di applicazione della pensione di reversibilità. E fra gli interventi principali, vi sono: l’estensione ai nipoti maggiorenni inabili, a carico del defunto; e la tutela contro decurtazioni eccessive della pensione, in caso di cumulo con altri redditi, così da preservare quindi la finalità solidaristica della misura.
I diritti dell’ex coniuge divorziato
In termini di divorzio, l’ex coniuge può accedere alla reversibilità solo se ha un assegno divorzile stabilito dal giudice, e non si è risposato/a. Così che, in presenza di entrambi i requisiti, il giudice possa decidere la quota spettante, la quale non deve in ogni caso corrispondere (automaticamente) al su detto assegno.
La ripartizione della pensione fra ex coniuge e coniuge superstite, è stabilita dal tribunale, valutando durata del matrimonio, condizioni economiche, assistenza prestata al defunto, e altre circostanze familiari. Decisione che ha inoltre, valore retroattivo, proprio dalla data del decesso.