Pensione più alta per chi è nato quest’anno: la rivoluzione è iniziata | Passata la legge, preparatevi a saltare per la gioia

Una grande pensione per i nati in un certo anno (Canva) - managementcue.it
Per I baby boomers, son in arrivo importanti novità in merito alla pensione. Pertanto, scopri subito qual è l’anno in questione.
I Baby Boomers, son la generazione nata fra il 1946 e il 1964, in un periodo storico segnato proprio dalla ricostruzione post-bellica, e da una forte crescita economica e demografica. Non a caso, il nome deriva esattamente dal “boom” delle nascite avvenuto in quegli anni, soprattutto nei Paesi occidentali.
Una generazione che ha vissuto eventi cruciali come la Guerra Fredda, i movimenti per i diritti civili, l’ascesa del rock, la rivoluzione sessuale, e l’arrivo della televisione. Avendo, inoltre, contribuito attivamente a cambiare i costumi e le abitudini della società.
Nondimeno, molti Baby Boomers hanno anche beneficiato di una stabilità lavorativa che, oggi, sembra piuttosto lontana. Avendo avuto accesso (nonostante, a volte, le vicissitudini del caso) a istruzione, casa e pensione, in un periodo di grande espansione economica. Accumulando poi (e spesso) un determinato benessere.
Certo, oggi i Baby Boomers son per lo più in pensione, o prossimi a essa: eppure, il loro impatto su politica, economia, e persino sulla cultura, è ancora rilevante. Dal momento che, le loro esperienze e valori continuano a influenzare profondamente le generazioni successive.
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Importanti aumenti, per i pensionati del 1958
Molte persone (lavoratori e lavoratrici) nati nel 1958, son già in pensione, grazie a misure anticipate come l’Ape Sociale. Ciò nonostante, nel 2025, quando compiranno 67 anni, potranno ottenere un aumento dell’assegno mensile, passando quindi alla pensione di vecchiaia ordinaria. Un cambiamento, questo, riguardante soprattutto chi oggi riceve una pensione penalizzata da limiti e restrizioni tipici dell’Ape.
Non a caso, l’Ape Sociale è una prestazione temporanea, erogata dai 63 ai 67 anni. E durante questo periodo, l’importo mensile è limitato (massimo 1.500 euro), non essendo previsti assegni familiari, indicizzazioni o tredicesima. Vincoli che, con il passaggio alla pensione di vecchiaia, decadono, così che l’assegno possa finalmente riflettere i contributi effettivamente versati.
Ma cosa cambierà davvero, nel 2025?
Da quest’anno, i nati nel 1958 che transiteranno alla pensione ordinaria, riceveranno dunque, non solo la tredicesima mensilità, bensì (ma solo se spettanti), gli assegni familiari. Il cui importo mensile potrà inoltre superare il tetto dei 1.500 euro, in base ai contributi. Un passaggio il quale segna, perciò, la fine delle penalizzazioni subite con l’Ape Sociale.
Nondimeno, un ulteriore vantaggio è la possibilità di tornare a lavorare, senza più i vincoli dell’Ape Sociale. Non a caso, fino al 2024, ogni lavoro retribuito sospendeva l’Ape, a eccezione di quello occasionale: mentre con la pensione di vecchiaia, sarà invece possibile integrare il reddito liberamente; offrendo allo stesso tempo, maggior flessibilità ai pensionati.