Soggiorni da sogno, ma a quale costo? I pensionati all’estero affrontano la solitudine

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Tanti desiderano soggiorni da sogno: ma a che prezzo per la propria vita personale? Ecco il tema della solitudine dei pensionati all’estero
Molti aspirano a trascorrere la propria pensione in un paese più caldo e meno costoso, ma una nuova ricerca pubblicata dall’American Psychological Association mette in luce un aspetto preoccupante di questo ideale: la solitudine.
Secondo lo studio, i pensionati che si trasferiscono all’estero sono più inclini a sentirsi soli rispetto a coloro che rimangono nel proprio paese d’origine, aprendo la strada ad affascinanti riflessioni sul tema.
Esma Betül Savaş, l’autrice principale dello studio del Netherlands Interdisciplinary Demographics Institute, sottolinea che la migrazione internazionale per motivi di pensione sta diventando sempre più comune, in particolare in Europa e in altre regioni del mondo.
Nonostante molti di questi migranti riportino un alto livello di soddisfazione, l’adattamento a un nuovo ambiente può comportare sfide significative, come la diminuzione dei contatti con amici e familiari di lunga data, oltre alla difficoltà di creare nuovi legami nel paese ospitante.
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I dati della ricerca
La ricerca, pubblicata sulla rivista “Psychology and Aging” e Science Daily, ha coinvolto 4. 995 pensionati olandesi residenti all’estero e ha confrontato i loro risultati con quelli di 1. 338 pensionati che vivono ancora nei Paesi Bassi. Per essere considerati “migranti pensionati”, i partecipanti dovevano avere più di 65 anni ed essersi trasferiti all’estero dopo i 50. L’indagine ha preso in esame due categorie di solitudine: quella emotiva, legata alla mancanza di relazioni strette, e quella sociale, causata dall’assenza di una rete di sostegno più ampia.
I risultati hanno rivelato che i pensionati all’estero sperimentano un livello di solitudine sociale superiore rispetto ai coetanei rimasti in patria, anche se, mediamente, godono di uno stato socioeconomico più alto e di una salute migliore, fattori che normalmente contribuiscono a ridurre il rischio di sentirsi soli. Tuttavia, non risultano più soli a livello emotivo, probabilmente perché molti di loro si trasferiscono insieme al partner.
Le implicazioni dello studio
Secondo l’American Psychological Association, coloro che hanno perso i contatti con amici e familiari nel paese d’origine sono più vulnerabili a entrambe le forme di solitudine. Al contrario, coloro che riescono a stabilire buoni rapporti con i vicini o a sviluppare un forte senso di appartenenza alla nuova comunità riportano livelli inferiori di solitudine sociale.
Lo studio enfatizza l’importanza di considerare le reti di supporto sociale prima di prendere la decisione di trasferirsi all’estero. Come osservato da Savaş, i pensionati migranti affrontano una “doppia minaccia”, essendo vulnerabili sia ai fattori di rischio legati all’invecchiamento, sia a quelli connessi alla migrazione; la solitudine si configura quindi come un ulteriore fattore di rischio per la salute. In conclusione, la ricerca evidenzia come sia fondamentale, per chi desidera trascorrere la propria pensione in un altro paese, pianificare con attenzione il modo di mantenere i legami con la propria patria e costruire una nuova rete sociale all’estero, affinché il sogno di una vita più serena non si tramuti in un “paradiso” solitario.