Ultim’ora pensione: “bastano 41 anni e 10 mesi” | Adesso ci vai molto prima e la prendi piena al 100%

Pensione anticipata (Canva) - managementcue.it
Da un bel po’ di tempo è possibile andare in pensione anticipatamente, con pochi anno di lavoro. Quindi, scopri come.
I giovani italiani, affrontano oggi numerose difficoltà nel trovare un’occupazione stabile e soddisfacente. E nonostante un calo generale del tasso di disoccupazione giovanile, al 16,9% nel febbraio 2025, la ricerca di lavoro rimane una sfida complessa, per molti.
Un recente sondaggio, ha difatti rivelato che il 77% dei giovani si sente abbandonato nella ricerca di un impiego, evidenziando quindi l’inadeguatezza dei sistemi di supporto attuali. Percezione d’isolamento che contribuisce appunto a una crescente frustrazione, fra i giovani in cerca di lavoro.
Inoltre, si registra un disallineamento fra le competenze richieste dal mercato, e quelle possedute dai candidati. Per cui, a gennaio 2025, quasi la metà dei 497 mila posti di lavoro previsti, rischiava appunto di rimanere vacante, a causa della difficoltà nel reperire personale qualificato. Mismatch evidenziante, quindi, la necessità di una formazione più mirata e aggiornata.
Malgrado le sfide in questione, il 55% dei giovani italiani rimane comunque ottimista, riguardo al futuro. Sebbene, per trasformare siffatto ottimismo in realtà concreta, sia fondamentale implementare politiche efficaci che facilitino l’ingresso dei giovani, nel mondo del lavoro.
Cosa troverai in questo articolo:
Requisiti contributivi
Il sistema previdenziale italiano, consente l’accesso alla pensione anticipata, a coloro i quali hanno iniziato a versare contributi prima del 1° gennaio 1996, seguendo il cosiddetto “sistema misto”. Un caso in cui non esiste appunto un’età minima per il pensionamento, ma il diritto si basa esclusivamente sugli anni di contribuzione. Le soglie attualmente previste, sono: 41 anni e 10 mesi di contributi, per le lavoratrici; 42 anni e 10 mesi di contributi, per i lavoratori uomini. Requisiti soggetti a revisione periodica, in base agli adeguamenti alla speranza di vita. Il che potrebbe quindi comportare un progressivo innalzamento dell’età pensionabile, nei prossimi anni.
Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, rientra nel “sistema contributivo puro”, il quale combina requisiti anagrafici ed economici. E per accedere alla pensione anticipata, son necessari: 64 anni di età; almeno 20 di contributi effettivi; e un importo pensionistico minimo, pari a tre volte l’Assegno Sociale INPS (di circa 1.603 euro mensili lordi, nel 2024). Somma che per le donne, si riduce a 2,8 volte l’Assegno Sociale, se aventi un figlio; e a 2,6 volte, con due o più figli. Inoltre, il limite massimo mensile erogabile, prima dell’età pensionabile di vecchiaia, è pari a cinque volte il trattamento minimo INPS (2.993,05 euro lordi, nel 2024).
Decorrenza della pensione anticipata
Raggiunti i requisiti, l’erogazione della pensione anticipata non è immediata, ma segue una “finestra mobile” di tre mesi. Ad esempio, una lavoratrice che matura i requisiti il 16 aprile 2025, riceverà il primo assegno pensionistico dal 1° agosto 2025: a condizione che abbia appunto cessato il rapporto di lavoro. Oltre ai percorsi ordinari, il sistema previdenziale italiano prevede altre modalità di pensionamento anticipato, e per specifiche categorie di lavoratori: come Quota 103, la quale consente l’uscita con 62 anni d’età, e 41 di contributi (seppur soggetta a limiti temporali e vincoli d’accesso); e Pensione per lavoratori precoci, destinata a chi ha versato almeno 12 mesi di contributi, prima dei 19 anni, e appartiene a categorie svantaggiate (invalidità, disoccupazione, caregiver);
Opzione Donna, permette alle lavoratrici di andare in pensione anticipata con requisiti più favorevoli, ma con un assegno ricalcolato interamente con il metodo contributivo (spesso meno vantaggioso). L’APE Sociale è un’indennità temporanea per lavoratori in condizioni di difficoltà (disoccupati, invalidi, caregiver, mansioni gravose), che abbiano almeno 63 anni e 5 mesi di età, e 30-36 anni di contributi. Tutte misure che si inseriscono in un quadro previdenziale in continua evoluzione, con costanti aggiornamenti dei requisiti basati sull’aspettativa di vita, e sulle riforme del sistema pensionistico italiano.