IMU, “sfrutto il CC e non lo pago più”: se ce l’hai hai fatto bingo | Non cacci più un euro di tasca tua

Imu,ecco come e chi deve pagarlo (Freepik Foto) - www.managamentcue.it
Negli ultimi anni, molti proprietari di immobili hanno iniziato a prestare maggiore attenzione alle imposte sulla casa, cercando modi per ridurre il peso fiscale.
Tutto, certamente, senza violare la legge. L’IMU, in particolare, è una delle tasse più discusse, perché può incidere in modo significativo sul bilancio familiare o su quello di chi possiede più proprietà. Fortunatamente, la normativa italiana prevede diversi casi in cui l’IMU può essere ridotta o addirittura azzerata.
Tuttavia, queste agevolazioni non si applicano in automatico: per beneficiarne, è fondamentale conoscere le regole, rispettare i requisiti richiesti e presentare la documentazione necessaria nei tempi previsti.
Molti contribuenti non sono consapevoli del fatto che potrebbero pagare meno semplicemente sfruttando le possibilità offerte dalla legge. Alcuni casi sono noti, altri meno, ma tutti richiedono attenzione ai dettagli e, in alcuni casi, il supporto di un esperto per evitare errori che potrebbero costare caro.
Se sei proprietario di una casa e vuoi sapere se puoi risparmiare, ecco le situazioni più comuni in cui è possibile ottenere sconti o esenzioni sull’IMU.
Cosa troverai in questo articolo:
Quando l’IMU non si paga (o si paga di meno)
Secondo Cose di Casa, il primo caso in cui l’IMU non è dovuta riguarda l’abitazione principale e le sue pertinenze. Attenzione, però: l’esenzione non vale per tutti. Se la tua casa rientra nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9 (abitazioni di lusso, ville e castelli), dovrai comunque pagare. Per tutti gli altri, invece, l’IMU non si applica, a condizione che si tratti della residenza anagrafica e della dimora abituale del proprietario e della sua famiglia.
Un altro caso interessante riguarda gli immobili concessi in comodato d’uso gratuito ai genitori o ai figli. In questo scenario, la base imponibile su cui si calcola l’IMU viene ridotta del 50%. Tuttavia, per accedere allo sconto bisogna rispettare alcune regole rigide: il proprietario deve avere la residenza nello stesso comune dell’immobile concesso in comodato e non deve possedere altri immobili, fatta eccezione per la propria abitazione principale. Inoltre, il contratto di comodato va registrato ufficialmente presso l’Agenzia delle Entrate.
Sconti per affitti e immobili inagibili
Se invece hai una seconda casa e la affitti con un contratto a canone concordato, puoi ottenere un vantaggio fiscale. In questi casi, la base imponibile dell’IMU si riduce al 75%, garantendo un risparmio significativo rispetto a un affitto a libero mercato. Il canone concordato prevede che l’importo dell’affitto sia stabilito in base ad accordi locali tra associazioni di proprietari e inquilini, offrendo così agevolazioni fiscali sia per chi affitta sia per chi prende in locazione l’immobile.
Infine, se la tua casa è inagibile o inabitabile, la legge ti viene incontro con un ulteriore sconto: la base imponibile dell’IMU si riduce del 50%. Per ottenere questa riduzione, però, serve una certificazione ufficiale. Puoi presentare una perizia tecnica di un professionista (geometra, architetto o ingegnere) oppure una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà presso il Comune. Ma attenzione: il semplice distacco delle utenze non basta per dimostrare che un immobile è inagibile. Queste regole possono fare una grande differenza sul bilancio di un proprietario. Per evitare problemi, è sempre consigliabile informarsi bene, consultare la normativa aggiornata e, se necessario, rivolgersi a un esperto.