Papà a casa più a lungo? Le mamme li coinvolgono di più nella cura del bambino

Il ruolo del congedo di paternità (depositphotos.com) - www.managementcue.it
Un nuovo studio sottolinea l’importanza del congedo di paternità, con le mamme che li coinvolgono di più nella cura del bambino
Secondo un recente studio dell’Ohio State University, un congedo di paternità più lungo successivo alla nascita di un figlio può migliorare notevolmente il rapporto di co-genitorialità tra madri e padri.
Le ricerche indicano che, quando i padri si prendono più tempo libero dal lavoro, le madri tendono a scoraggiare meno il loro coinvolgimento nella cura del bambino.
Questo suggerisce che una partecipazione paterna più intensa fin dalle prime fasi di vita del bambino può promuovere un equilibrio più giusto nelle responsabilità genitoriali.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Sex Roles e condotto da Reed Donithen, dottorando in psicologia dello sviluppo, e Sarah Schoppe-Sullivan, docente di psicologia presso l’Ohio State University, ha rivelato che le madri percepiscono un congedo più lungo del padre come un segno di maggiore interesse nel proprio ruolo genitoriale.
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Il ruolo del congedo di paternità
Di conseguenza ad un maggior coinvolgimento dei padri, le mamme tendono a ridurre i comportamenti di “gateclosing”, ossia il controllo materno che limita il coinvolgimento del padre. Inoltre, sembrano abbassare gli standard irrealistici riguardo le capacità dei padri, affidandosi meno alle opinioni esterne sul loro ruolo materno. L’analisi si è basata su dati provenienti dal New Parents Project, uno studio a lungo termine che esamina l’adattamento alla genitorialità di coppie con doppio reddito. Sono state coinvolte 182 coppie, in gran parte sposate, bianche e con un alto livello di istruzione e status socioeconomico. I genitori sono stati monitorati in quattro occasioni: durante il terzo trimestre di gravidanza e quando il bambino aveva 3, 6 e 9 mesi.
Alla scadenza dei nove mesi, sono state poste domande ai genitori riguardo le dinamiche di “maternal gatekeeping”. È stata analizzata in particolare la presenza di comportamenti di “gateopening”, che incoraggiano il coinvolgimento del padre, e di “gateclosing”, come la critica o la svalutazione del loro ruolo. I risultati hanno mostrato che un congedo di paternità più lungo riduce in modo significativo comportamenti di gateclosing, sebbene non si sia osservato un corrispondente aumento nei comportamenti di gateopening.

Verso un equilibrio genitoriale più equo
Secondo Donithen, la persistente idea che la madre debba essere il genitore principale potrebbe spiegare la mancata crescita del gateopening. Tuttavia, Schoppe-Sullivan sottolinea che un congedo più lungo potrebbe portare le madri a percepire i padri come già attivamente coinvolti, rendendo quindi superfluo un ulteriore incoraggiamento.
Come afferma Schoppe-Sullivan, molte coppie si ritrovano a vivere ruoli sbilanciati dopo la nascita di un figlio, nonostante le iniziali intenzioni di condividere paritariamente le responsabilità. Tuttavia, il congedo di paternità può rivelarsi un’opportunità preziosa per ribaltare questa tendenza e costruire una genitorialità più equilibrata fin dai primi mesi di vita del bambino.