Ferie per malattia addio: ti licenziano all’istante se stai male | Da oggi questo certificato medico è VIETATO dalla legge

Quando è valido il licenziamento (depositphotos.com) - www.managementcue.it
Il licenziamento è un argomento delicato, che tocca sia il diritto del datore di lavoro, sia le tutele destinate ai lavoratori.
Nel mondo del lavoro, le regole e le normative giocano un ruolo cruciale e possono influenzare profondamente la vita dei dipendenti. Il tutto è regolato nell’interesse delle persone e della realtà lavorativa stessa.
In alcune circostanze, decisioni adottate in ufficio possono comportare conseguenze immediate e irrevocabili, lasciando i lavoratori senza occupazione nel giro di poche ore.
Questo è particolarmente vero nei casi di sanzioni disciplinari estreme, come il licenziamento per giusta causa, un provvedimento che non richiede alcun preavviso e che può aver luogo in circostanze particolari.
Ma quali sono i limiti e le protezioni offerte dalla legge? Cosa determina le condizioni per un certo tipo di licenziamento? Approfondiamo bene la casistica.
Cosa troverai in questo articolo:
Situazioni e condizioni per il fatto
Secondo quanto indicato dal portale La Legge per Tutti, il licenziamento durante la malattia è solitamente vietato, a meno che non si verifichino specifiche circostanze in cui il comportamento del dipendente rappresenti una grave violazione del contratto di lavoro. La regola fondamentale è che la malattia non può costituire di per sé una giustificazione sufficiente per il licenziamento, ma non offre una protezione automatica se esistono motivi validi.
Se un lavoratore commette un illecito disciplinare grave, come un furto all’azienda o la falsificazione di documenti, può essere licenziato senza indugi, anche se è in malattia. Questo perché la giusta causa compromette irreparabilmente il rapporto di fiducia tra il dipendente e il datore di lavoro, rendendo impossibile il proseguimento del rapporto lavorativo. Un aspetto cruciale da considerare è la tempestività del licenziamento: non esiste alcuna disposizione che imponga di attendere il rientro in servizio del lavoratore. La giurisprudenza ha più volte ribadito questo principio, evidenziando che lo stato di malattia non ostacola l’applicazione di sanzioni disciplinari più severe.

Diritti del lavoratore
Essere licenziati per giusta causa non significa però perdere tutti i diritti economici. Infatti, il lavoratore conserva il diritto al trattamento di fine rapporto (TFR) e può richiedere l’assegno di disoccupazione (NASpI), anche se il licenziamento è il risultato di una sua condotta scorretta. Tuttavia, non avrà diritto al preavviso, né all’indennità sostitutiva del preavviso, poiché il licenziamento per giusta causa comporta l’immediata cessazione del rapporto di lavoro.
La possibilità di contestare il licenziamento è un altro aspetto significativo. Il lavoratore ha 60 giorni per impugnarlo formalmente e, successivamente, 180 giorni per avviare un’azione legale presso il tribunale del lavoro. Si precisa che le contestazioni possono basarsi su vari motivi, come la mancanza di prove dell’illecito, l’assenza di una procedura disciplinare corretta o la discriminazione nei confronti del dipendente.