Frode fiscale da 1,2 miliardi: la procura di Milano indaga su Amazon
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Indagine della Procura di Milano (Canva Foto) - www.managementcue.it
La Procura di Milano ha avviato le indagini per una frode fiscale da 1,2 miliardi di euro. Cosa è successo?
Le frodi fiscali sono uno dei problemi più gravi per l’economia del Paese, con somme che raggiungono miliardi di euro. Numerosi schemi fraudolenti, praticati da imprese e privati, sottraggono risorse preziose al sistema pubblico.
I meccanismi fraudolenti sfruttano le lacune legislative e la difficoltà delle norme fiscali. Tecniche sofisticate permettono di nascondere redditi e spostare capitali all’estero, per evitare il pagamento delle tasse.
Questa situazione crea un vantaggio ingiusto per chi non rispetta le regole. In più penalizza chi paga. Le autorità cercano di intervenire con controlli più severi e sanzioni adeguate, ma la lotta contro l’evasione è continua.
Le operazioni di contrasto puntano a recuperare le risorse sottratte al Paese. Il fenomeno continua a espandersi e a danneggiare il sistema economico. Stiamo per rivelare qual è il caso al vaglio della Procura di Milano e il suo impatto.
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L’ultimo caso
La Procura di Milano sta indagando su Amazon per una presunta frode fiscale pari a un miliardo e 200 milioni di euro. L’inchiesta riguarda le vendite a distanza in Italia dal 2019 al 2021 e coinvolge la società insieme a tre manager, tutti indagati. Le indagini si concentrano sull’eventuale mancato adempimento degli obblighi fiscali e su presunte modalità che avrebbero permesso di eludere il pagamento dell’IVA.
Secondo la Procura, Amazon non avrebbe dichiarato all’Agenzia delle Entrate l’identità e i dati dei venditori extra europei, obbligati a pagare l’IVA. L’accusa punta al presunto malfunzionamento dell’algoritmo predittivo della società, che non considererebbe gli obblighi fiscali dei venditori esteri. Iil dovuto potrebbe salire a circa tre miliardi considerando sanzioni e interessi.
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Un altro caso
Un altro caso è del luglio 2024. La Procura di Milano aveva disposto un sequestro preventivo di 120 milioni di euro nei confronti di Amazon Italia Transport, accusata di frode fiscale e irregolarità nella gestione del personale. L’indagine si concentrava sull’uso di cooperative per l’assunzione dei corrieri, con l’accusa di caporalato digitale. Secondo gli inquirenti, l’algoritmo di Amazon avrebbe gestito in modo diretto il lavoro dei corrieri, anche se sulla carta erano dipendenti di cooperative esterne. Questo meccanismo avrebbe permesso alla multinazionale di abbattere i costi, evitare di pagare contributi previdenziali e beneficiare di un trattamento fiscale più favorevole. L’inchiesta aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di diversi dirigenti e responsabili delle cooperative coinvolte.
Amazon ha respinto le accuse e ha affermato di rispettare tutte le normative vigenti. Nel mirino della Procura di Milano non c’è solo Amazon. Nel gennaio dello scorso anno, l’Autorità aveva avviato un’indagine su Google Italy per presunta evasione fiscale. L’accusa riguardava il mancato pagamento dell’IVA su alcune transazioni digitali effettuate tra il 2019 e il 2021. Secondo gli inquirenti, la multinazionale avrebbe sfruttato una complessa rete di società per ridurre l’imposizione fiscale, con la registrazione di parte dei ricavi in Paesi con tassazione più favorevole. Google ha dichiarato di rispettare le normative fiscali locali e di collaborare con le autorità italiane. La notizia arriva da Il Post.