Educazione finanziaria in Danimarca: a scuola si impara a gestire il denaro

Insegnante con bambini

Le lezioni finanziarie ai giovanissimi in Danimarca (Depositphotos Foto) - www.managementcue.it

In un mondo sempre più complesso e interconnesso, saper gestire il denaro è una competenza essenziale.

Eppure, mentre alcuni Paesi investono nell’educazione finanziaria come strumento di emancipazione e responsabilità, altri sembrano ignorarne l’importanza. La Danimarca ha reso l’alfabetizzazione finanziaria una priorità per i giovani, introducendo corsi obbligatori nelle scuole. L’Italia, invece, continua a trascurare il tema, preferendo investire su materie tradizionali, come il recente ritorno dello studio della Bibbia nella scuola primaria.

Dal 2015, in Danimarca l’educazione finanziaria è parte integrante del curriculum scolastico per gli studenti tra i 13 e i 15 anni. Il programma prevede lezioni su budget, risparmio, prestiti e strumenti finanziari, spesso supportate da esperti del settore che partecipano alla Danish Money Week.

L’obiettivo è fornire ai ragazzi le competenze necessarie per gestire il proprio denaro con responsabilità e consapevolezza, aiutandoli a comprendere il valore dei soldi e i meccanismi economici che regolano la società. I risultati sono evidenti: il tasso di alfabetizzazione finanziaria in Danimarca ha raggiunto il 71%, contro una media mondiale del 33%.

Questo significa che i giovani danesi crescono con una maggiore capacità di pianificare il proprio futuro economico, evitando trappole come il sovraindebitamento e le cattive decisioni finanziarie. Nel frattempo, in Italia, meno del 30% degli adulti possiede conoscenze finanziarie di base, secondo i dati della Banca d’Italia, con conseguenze dirette sulla qualità della vita e sulla gestione delle risorse personali.

Un problema che pesa sulla società

La scarsa educazione finanziaria incide sulle disuguaglianze economiche, aggravando problemi come il gender gap. Le donne, meno alfabetizzate finanziariamente rispetto agli uomini, hanno maggiori difficoltà a negoziare stipendi equi e a gestire autonomamente le proprie risorse economiche. Anche gli anziani, spesso privi di strumenti adeguati, si trovano in situazioni di vulnerabilità, più esposti a truffe e scelte economiche poco vantaggiose.

L’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole italiane potrebbe rappresentare una svolta per il futuro del Paese. Insegnare ai giovani come gestire il denaro non significa solo prepararli a una vita adulta più serena, ma anche contribuire alla crescita di una società più equa e responsabile. Tuttavia, la politica italiana sembra seguire un’altra direzione: mentre altri Paesi potenziano l’insegnamento delle competenze pratiche, l’Italia ha deciso di investire sullo studio della Bibbia nella scuola primaria.

Insegnante a scuola con bambini
Le lezioni finanziarie ai giovanissimi in Danimarca (Depositphotos Foto) – www.managementcue.it

Il futuro della scuola italiana

La scelta di valorizzare la tradizione culturale può avere un senso, ma non dovrebbe escludere un’attenzione maggiore verso le esigenze concrete della società contemporanea. Affiancare l’educazione finanziaria alle materie classiche aiuterebbe a formare cittadini più consapevoli e capaci di affrontare le sfide economiche con maggiore sicurezza.

L’Italia ha un sistema scolastico che fatica a stare al passo con le necessità del mondo moderno. Rendere obbligatoria l’educazione finanziaria significherebbe investire sulle nuove generazioni, ridurre le disuguaglianze e creare una società più preparata alle sfide economiche globali. Continuare a ignorare questa esigenza significa lasciare milioni di persone senza gli strumenti necessari per costruire un futuro solido e indipendente. Seguire l’esempio danese potrebbe essere un primo passo verso una scuola più moderna e un Paese più consapevole. Dopotutto, la vera emancipazione passa anche dal saper gestire i propri soldi.