Ossa preistoriche all’asta: come il mercato nero dei fossili fattura milioni ogni anno

Scavo ossa dinosauri

Sito archeologico (screenshot National Geographic Italia/YouTube) - www.managementcue.it

Ossa preistoriche all’asta, come funziona? Ecco cosa ha scoperto un paleontologo italiano. Ha dell’incredibile!

Hai mai pensato a quanto possono essere preziosi i fossili? Negli ultimi anni, il mercato nero dei fossili è cresciuto, con reperti che arrivano a costare milioni di dollari. Questo fenomeno ha attirato l’attenzione di scienziati e istituzioni in tutto il mondo, tra cui il paleontologo Federico Fanti.

Il mercato illegale dei fossili ha visto una crescita esponenziale. La scoperta di giacimenti ricchi di vertebrati in regioni come il Marocco, la Mongolia e la Cina ha alimentato la domanda di reperti preistorici.

Questi fossili vengono estratti fuori dalla legge, e approfittano della difficoltà di monitorare vaste aree remote e le differenze nelle legislazioni internazionali. Il risultato è un mercato sotterraneo che genera milioni di dollari ogni anno.

Senza una documentazione adeguata del contesto in cui vengono trovati, molti reperti non possono essere studiati, così si impedisce agli scienziati di comprendere la storia della vita sulla Terra. Cosa sappiamo su questi commerci?

Il ruolo di Fanti

Federico Fanti, geologo e paleontologo dell’Università di Bologna, è un esperto riconosciuto nella lotta contro il traffico illegale di fossili. Nel 2017, è stato selezionato come “Emerging Explorer” dalla National Geographic Society, un riconoscimento che premia scienziati e innovatori con capacità straordinarie. Fanti ha avviato un progetto in collaborazione con la National Geographic Society per identificare e proteggere i fossili nel deserto del Gobi, in Mongolia.

Il progetto di Fanti si basa sull’analisi della composizione chimica unica dei sedimenti nel deserto del Gobi. Ogni area presenta una “impronta digitale” distintiva, che può essere utilizzata per tracciare l’origine di un fossile. Con la raccolta di campioni dai vari siti, Fanti e il suo team hanno creato un database che consente di confrontare i fossili sequestrati con le impronte chimiche note, così si facilita l’identificazione della loro provenienza. Questa metodologia innovativa offre una nuova speranza nella lotta contro il traffico di fossili, con prove scientifiche solide per le autorità competenti.

Federico Fanti
Federico Fanti (screenshot Rai/YouTube) – www.managementcue.it

Come si calcola il valore di un fossile

Il valore di un fossile cambia in base alla sua rarità, completezza e stato di conservazione. Esemplari eccezionali, come il Tyrannosaurus rex “Sten”, sono stati venduti all’asta per cifre che raggiungono i 31,8 milioni di dollari. Altri esemplari, come il Triceratopo “Big John”, sono stati venduti per 6,7 milioni di euro. In aste milionarie, scheletri di dinosauro, ossa e teschi vengono venduti a cifre astronomiche, come nel caso di un Tyrannosaurus rex, venduto per 8,4 milioni di dollari.

Questi oggetti, acquistati come simboli di status, corrono il rischio di finire nelle collezioni private, rendendoli inaccessibili per la ricerca scientifica. Secondo i paleontologi, i fossili venduti in aste rischiano di svanire per sempre. La crescente domanda di fossili ha anche alimentato il mercato nero, un fenomeno che ha avuto un impatto devastante sulla conservazione e sulla ricerca paleontologica. La notizia arriva da Vice.com e Fanpage.