“Voglio trascorrere più tempo con mio padre” e il datore di lavoro le dà il permesso | Da oggi se lo dici così hai tutti i permessi che vuoi

Tutte le concessioni introdotte

Permessi lavorativi per stare con i propri cari (Canva) - www.managementcue.it

Da quest’anno, saranno introdotte particolari concessioni lavorative, a chi ha la necessità di assistere un proprio caro, avente disabilità.

I permessi sul posto di lavoro, sono un diritto fondamentale, per i lavoratori, consentendo loro di assentarsi (temporaneamente), senza compromettere la propria posizione professionale. Siffatti permessi, variano in base alla normativa vigente, al contratto collettivo applicato, e alle esigenze personali, o familiari, del dipendente.

Tra i permessi più comuni, rientrano quelli retribuiti, per malattia, lutto, matrimonio, o per esigenze familiari specifiche. Inoltre, esistono permessi non retribuiti, che possono esser richiesti in determinate circostanze, garantendo, comunque, la conservazione del posto di lavoro.

Alcuni contratti collettivi, prevedono permessi aggiuntivi, come quelli per studio, o visite mediche. Pertanto, conoscere le proprie possibilità, aiuta a gestire meglio gli impegni personali, senza ripercussioni sulla carriera.

Invero, un’importante categoria è rappresentata dai permessi, previsti dalla Legge 104/1992, destinati ai lavoratori che assistono familiari con disabilità. Diritti davvero essenziali, per garantire un adeguato equilibrio fra vita lavorativa e personale.

Cosa troverai in questo articolo:

Le possibilità introdotte

La possibilità di raddoppiare i permessi previsti dalla Legge 104, per assistere più familiari con grave disabilità, è un tema di grande rilevanza, per molti lavoratori. La normativa vigente, infatti, consente l’accumulo di tali permessi, ma solo per specifiche condizioni. Inoltre, vi è il dibattito sulla possibilità di estendere il congedo straordinario, fino a quattro anni, in caso di assistenza a più familiari disabili.

L’articolo 33, della Legge 104, stabilisce che il lavoratore può cumulare i permessi, solo se l’assistenza a più familiari è indispensabile; e se non vi son altre persone che possano fornirgli supporto. Inoltre, il lavoratore dev’essere un parente stretto del disabile, come genitore, coniuge, o figlio. Le persone con un grado di parentela più lontano, possono beneficiare del cumulo, solo se il coniuge, o i genitori del disabile, son anziani, deceduti, o affetti da patologie invalidanti. L’INPS ha anche chiarito che il raddoppio è possibile, per quei lavoratori disabili, i quali assistono un familiare in condizioni di gravità: a patto, che la loro assistenza sia indispensabile.

Quanti permessi son concessi, al lavoro, per stare con i propri cari
Permessi 104, per stare con i propri cari (Canva) – www.managementcue.it

Eccezioni

Il congedo straordinario, previsto dal D.Lgs. 151/2001, è un periodo retribuito (in assenza dal lavoro), concesso a chi assiste familiari con disabilità grave. Concessione applicabile, non solo ai genitori, ma anche a figli, coniugi, e fratelli. Tuttavia, la legge stabilisce anche un limite massimo di due anni complessivi, di congedo straordinario, per ogni lavoratore, indipendentemente dal numero di familiari assistiti. Di conseguenza, chi ha più di un familiare disabile, può beneficiare del congedo per ciascuno di essi, ma senza superare il tetto dei due anni.

Di recente, un’ordinanza del Tribunale di Treviso (del 10 gennaio 2024), ha riacceso il dibattito, accogliendo il ricorso di una lavoratrice, la quale ha ottenuto il diritto al congedo straordinario, per assistere il padre – nonostante lo avesse già utilizzato per la madre. Una decisione che sottolinea, quindi, la necessità di una revisione normativa, al fine di garantire, ai lavoratori, la possibilità di conciliare entrambe, le naturali esigenze.