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Università e privacy: il DDL sicurezza obbliga gli atenei a fornire dati sugli studenti

Università e decreto Sicurezza: cosa sta succedendo in queste ore? Si prevederebbe il recupero delle informazioni dagli atenei.

Il panorama universitario vede gli studenti iniziare a pensare al futuro e a formarsi delle idee su quello che li circonda. Gli studenti sono impegnati in lotte importanti, come il clima, le guerre, ecc.

Queste manifestazioni, anche se animate da ottime intenzioni, possono diventare un terreno fertile per soggetti che non hanno buone intenzioni e che si possono inserire in cortei pacifici per ingaggiare scontri con le forze dell’ordine.

Così, la discussione si anima tra chi si impegna per il diritto allo sciopero anche dei giovanissimi e chi, invece, punta tutto sulla sicurezza e agisce in modo preventivo per affrontare eventuali minacce che si potrebbero materializzare.

L’equilibrio tra rispetto della privacy dei manifestanti e esigenze di sicurezza non è stato ancora trovato, ma un tentativo potrebbe essere il nuovo decreto Sicurezza. Cosa succede nelle università?

Cosa troverai in questo articolo:

Le ragioni delle parti

Gli studenti universitari che manifestano lo fanno per diverse ragioni, legate a problemi concreti che vivono nel loro percorso di studi. Tra le motivazioni più comuni troviamo la richiesta di maggiori finanziamenti per l’istruzione, per borse di studio e per alloggi universitari a prezzi accessibili. Gli studenti chiedono anche un miglioramento delle strutture e dei servizi offerti dalle università, come biblioteche, laboratori e aule studio. Un’altra ragione importante è la lotta contro la precarietà del lavoro, con la richiesta di maggiori garanzie per i neolaureati e per i dottorandi. Molti studenti manifestano per esprimere il loro dissenso nei confronti di politiche governative che considerano ingiuste o inadeguate.

Il governo che fa leggi per aumentare la sicurezza lo fa per diverse ragioni, legate alla necessità di garantire l’ordine pubblico e la tranquillità dei cittadini. Tra le motivazioni più comuni troviamo la lotta contro la criminalità, sia quella comune che quella organizzata, e la prevenzione di atti terroristici. Il governo può anche intervenire per regolamentare determinati settori, come quello dei trasporti o quello dell’immigrazione. In alcuni casi, le leggi sulla sicurezza possono essere motivate dalla volontà di prevenire disordini sociali o manifestazioni violente. Come risponde il decreto Sicurezza e perché fioccherebbero le polemiche?

Studenti universitari di spalle (Canva Foto) – www.managementcue.it

Il nuovo decreto Sicurezza

Nell’art. 31 del nuovo Decreto Sicurezza c’è un cambiamento tra le università – e gli enti pubblici – e i Servizi Segreti italiani. Infatti, in passato se un’agenzia di sicurezza dello Stato chiedeva informazioni personali degli studenti, l’ente pubblico in questione si poteva rifiutare per questioni di privacy degli studenti. Se passasse la legge, invece, con il decreto gli enti hanno l’obbligo di collaborare. Questo vuol dire che se un agente dei Servizi chiede informazioni su uno studente, l’Ateneo è costretto a darli.

Questa circostanza avrebbe messo in allerta i sindacati, che hanno parlato di un Grande Fratello. La normativa è stringente su chi può chiedere cosa. Infatti, gli unici che possono chiedere queste informazioni sensibili agli Atenei sarebbero le agenzie di sicurezza dello Stato. Il trattamento dei dati personali sensibili, senza che lo studente ne sappia nulla come da norma, è un tema spinoso. La notizia arriva da La Legge per Tutti.

Published by
Annarita Faggioni