I lavoratori autonomi hanno diritto alle indennità? Ecco tutto quello che c’è da sapere per assicurarti una piccola somma ora!
I lavoratori dipendenti godono di una serie di indennità che tutelano in diverse situazioni, come malattia, maternità, disoccupazione e infortunio. Queste indennità sono un sostegno economico nei momenti di difficoltà, con una una protezione sociale che i lavoratori autonomi non hanno.
Al contrario, i lavoratori autonomi, anche se pagano tasse e contributi più alti, non beneficiano di queste stesse tutele. Sono esclusi da indennità di malattia, maternità, disoccupazione e, in molti casi, anche infortunio.
Questa differenza di trattamento tra dipendenti e autonomi è dovuta alla natura del loro rapporto di lavoro. I dipendenti hanno un contratto di lavoro subordinato che prevede una serie di diritti e tutele, tra cui le indennità.
I lavoratori autonomi, invece, non hanno un datore di lavoro e sono considerati imprenditori di sé stessi, con la conseguenza di dover provvedere da soli alla loro protezione sociale. Cosa succede ora?
Se sei un lavoratore autonomo e hai il tuo profilo Inps, puoi verificare i contributi versati online. Accedi al sito web dell’Inps e vai alla sezione “Servizi online”. Da qui, puoi entrare nell’area riservata utilizzando le tue credenziali Spid, Cie o Cns. Una volta dentro, cerca la voce “Fascicolo previdenziale del cittadino” e clicca su “Consultazione estratto conto contributivo”.
In questa sezione troverai un riepilogo dettagliato dei tuoi versamenti, suddivisi per anno e tipologia di contributo. Potrai controllare se i versamenti sono stati effettuati e se ci sono eventuali anomalie o mancanze. In caso di problemi, puoi segnalarli direttamente all’Inps dalla stessa piattaforma. Cosa cambia per gli autonomi ora?
Non tutti i lavoratori autonomi hanno diritto alle indennit. Per ora è estesa ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata e al FPLS (Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo). Se sei una lavoratrice autonoma, hai diritto a 5 mesi di indennità di maternità, che puoi utilizzare in modo flessibile. Puoi scegliere di astenerti dal lavoro per 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo, oppure godere di tutti i 5 mesi dopo il parto. Ricorda, l’astensione dal lavoro non è obbligatoria. L’indennità corrisponde all’80% della tua retribuzione e viene calcolata in base al reddito percepito nei 12 mesi precedenti il periodo indennizzabile, con un massimale di riferimento di 120 euro giornalieri. In caso di interruzione di gravidanza, spontanea o volontaria, dopo il terzo mese, hai diritto a un’indennità giornaliera per 30 giorni.
Per quanto riguarda l’indennità di malattia e degenza ospedaliera, queste sono riservate ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS che non sono iscritti ad altre gestioni pensionistiche, con un mese di contributi accreditata nei 12 mesi precedenti l’evento e che hanno un reddito inferiore a 83.755 euro per il 2024. L’indennità di degenza ospedaliera è riconosciuta per un massimo di 180 giorni all’anno, e in alcuni casi specifici, come per malattie oncologiche o cronico-degenerative, può essere equiparata a degenza ospedaliera anche in caso di malattia domiciliare (per un massimo di 61 giorni). Se sei iscritto alla Gestione Separata o al FPLS, puoi anche accedere all’assegno ordinario di invalidità, e se sei un lavoratore dello spettacolo, hai diritto a un assegno di invalidità ordinario e uno privilegiato in caso di inabilità dovuta a cause di servizio. La notizia arriva da actainrete.it.