SMART WORKING abolito: o vai in ufficio o perdi il lavoro | C’è una legge che lo vieta e non puoi farci nulla
Smart working, quando non è più possibile farlo? Ecco quali sono i giorni in cui il sistema lo vieta per legge.
Già negli anni ’70, con l’avvento dei primi personal computer, si iniziarono a sperimentare forme di lavoro a distanza. All’epoca erano limitate a poche professioni e si scontravano con infrastrutture tecnologiche ancora immature.
Prima di essere definito smart working, questo modello di lavoro era chiamato telelavoro. Questa modalità permetteva ai dipendenti di svolgere le mansioni al di fuori dell’ufficio tradizionale, con strumenti tecnologici come il telefono e il modem.
La diffusione di internet a banda larga e lo sviluppo di strumenti di collaborazione online hanno reso lo smart working sempre più accessibile e diffuso. La digitalizzazione dei processi lavorativi ha permesso di superare le barriere geografiche e temporali.
La pandemia di COVID-19 ha agito come un acceleratore per l’adozione dello smart working. Le restrizioni imposte per contenere il virus hanno costretto molte aziende a ripensare le modalità di lavoro. Cosa succede ora?
Cosa troverai in questo articolo:
Come è cambiato lo smart working
Le aziende, dopo aver sperimentato i vantaggi e i contro del lavoro da remoto, stanno ridefinendo i modelli organizzativi. La fase iniziale, caratterizzata da una certa improvvisazione, ha lasciato il posto a una maggiore strutturazione.
Sono state introdotte nuove tecnologie e strumenti collaborativi per migliorare la comunicazione e l’efficienza, mentre le aziende investono nella formazione dei dipendenti per favorire un approccio più consapevole e produttivo al lavoro agile. Cosa accade ora a livello normativo?
Le nuove leggi
Il Comune di Roma, con il suo nuovo regolamento sullo smart working, ha introdotto alcune limitazioni alla modalità di lavoro agile. Il Comune ha vietato di allungare le ferie o i permessi con un giorno di lavoro da casa. Questo significa che non è possibile creare dei ponti tra giorni di riposo e giornate lavorative svolte in modalità smart. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di mantenere ben distinta la modalità agile dalle assenze dal servizio. Il regolamento prevede una fascia oraria minima di reperibilità per i dipendenti in smart working, anche se c’è la flessibilità di organizzare la giornata lavorativa.
Le limitazioni introdotte, come il divieto di creare ponti e l’obbligo di reperibilità in determinate fasce orarie, puntano a prevenire eventuali abusi e a garantire che il lavoro agile sia svolto in modo produttivo e conforme alle esigenze dell’amministrazione. Questa limitazione è valida in generale, indipendentemente dal giorno della settimana. La notizia arriva da Brocardi.