Frutta: non possiamo fare dell’avocado, ma il suo impatto è devastante
Delizioso, sano, avvolgente. L’avocado ha un sapore veramente peculiare e raffinato. Ma il suo impatto sull’ambiente è terribile.
Nel corso degli ultimi anni, il consumo di avocado, che è passato da simbolo di alimentazione sana a componente essenziale dei nostri piatti, ha registrato un aumento significativo.
Anche se questo frutto esotico è amato per la sua varietà e i suoi benefici nutrizionali, molte persone purtroppo ignorano il suo impatto sull’ambiente. La sua polpa cremosa nasconde problemi di sostenibilità, deforestazione e sfruttamento delle risorse idriche, soprattutto nei luoghi in cui viene coltivato intensivamente.
Paesi come Messico, Cile e Perù stanno affrontando le conseguenze di una domanda mondiale insoddisfacente, che ha un impatto negativo sugli ecosistemi locali e le comunità agricole.
Cosa troverai in questo articolo:
Perché l’avocado è popolare
Secondo la rivista Rolling Stone l’avocado, un tempo considerato un frutto esotico di scarsa diffusione, è attualmente una presenza costante e imprescindibile nelle nostre cucine e nei menù, tanto da essere entrato nella mente “fit” degli italiani. Questo frutto, caratterizzato da un colore verde e da una consistenza burrosa, ha intrapreso un lungo percorso, trasformandosi da simbolo di moda culinaria a ingrediente quotidiano.
La sua popolarità, esplosa con l’avvento della cultura del “clean eating” e dell’iconico avocado toast dei Millennial, si è consolidata anche attraverso la diffusione delle poké bowls hawaiiane e a una strategia di marketing che lo ha elevato a simbolo di salute e benessere. Tuttavia, dietro l’apparente semplicità dell’avocado si cela una storia complessa, ricca di radici culturali antiche. Originario delle Americhe e noto in epoche passate agli Aztechi e ai Maya per le sue presunte proprietà afrodisiache, l’avocado ha acquisito una dimensione globale nel corso del XX secolo, con un incremento dei consumi associato alla sua “aura elitaria”.
Un lusso che ha un prezzo
In Italia, nel 2023, una famiglia su quattro avrebbe acquistato almeno un avocado, con un consumo complessivo di circa 40. 000 tonnellate. Tuttavia, questo successo comporta un costo elevato: la coltivazione intensiva, in particolare in Messico, è legata alla deforestazione, agli sprechi idrici e a conflitti territoriali, tanto che l’avocado è stato definito una “conflict commodity”.
Sebbene sia improbabile rinunciare all’avocado, è comunque possibile promuovere un consumo più consapevole. Scegliere avocado di stagione, coltivati in Europa o in Italia per esempio, può contribuire a ridurre l’impatto ambientale e sociale. Inoltre, riscoprire ingredienti locali e ricchi di proprietà nutritive, quali l’olio d’oliva, la frutta secca e le verdure a foglia, potrebbe fornire alternative più sostenibili, senza compromettere il gusto né la salute. Pertanto, il percorso dell’avocado sulle nostre tavole potrebbe proseguire, ma con un approccio più responsabile.