Il re della moda tutta italiana chiude la porta per sempre: 1300 persone a casa disoccupate | Disperazione alle stelle

Cartello di chiusura negozio

Questo grande franchising è destinato a fallire (Freepik Foto) - www.managementcue.it

Ogni grande realtà, sia essa economica, culturale o sociale, attraversa fasi di splendore e declino.

La crescita non è mai infinita e, spesso, ciò che era stato costruito con lungimiranza può trasformarsi in un peso, un ostacolo verso il futuro. Il cambiamento, può spaventare davvero molto.

Anche quando necessario, spaventa chi ha basato il proprio successo su certezze consolidate. È difficile riconoscere i segnali di un declino imminente quando ci si trova al vertice. Tuttavia, ignorarli può portare a crisi profonde, con ripercussioni economiche e sociali difficili da gestire.

Ci sono momenti in cui i mercati, guidati da nuove esigenze e da consumatori sempre più esigenti, richiedono risposte rapide. Aziende un tempo sinonimo di solidità devono reinventarsi, adattandosi a un mondo in cui la tradizione non basta più.

Questo equilibrio tra innovazione e identità diventa il terreno più delicato su cui costruire il rilancio. Ma non tutte le organizzazioni riescono a compiere questa transizione, specialmente quando i problemi si accumulano per troppo tempo.

Un modello che non regge più

Il caso di Benetton rappresenta uno dei momenti più difficili nella storia recente dell’azienda. Dal 2012 le sue vendite si sono dimezzate, scendendo da 2 miliardi di euro a circa 1 miliardo nel 2023. A queste difficoltà si aggiungono perdite significative: solo nel 2023 il gruppo ha registrato un ammanco di 230 milioni di euro. Per cercare di contenere i danni, il nuovo piano industriale prevede la chiusura di oltre 400 negozi entro la fine del 2025, inclusi circa 200 in Italia.

Gran parte delle difficoltà deriva dal modello gestionale dell’azienda, che un tempo le garantiva un vantaggio competitivo. Benetton controllava quasi interamente la propria filiera, dalla progettazione alla vendita. Questo approccio, pur assicurando qualità e controllo, ha reso l’azienda poco flessibile e costosa rispetto ai colossi del fast fashion come Zara e H&M, che si affidano a produttori esterni per accelerare i tempi di produzione e ridurre i costi.

Saracinesca abbassata
Questa grande catena è destinata al fallimento (Freepik Foto) – www.managementcue.it

La sfida della modernità

Oltre alla gestione produttiva, Benetton deve affrontare sfide legate alle nuove dinamiche di mercato. Solo il 12% del suo fatturato proviene dall’e-commerce, contro una media di settore vicina al 30%. Questo divario rappresenta un limite significativo, in un’epoca in cui gli acquisti online sono sempre più centrali.

Un altro nodo critico è la rete di franchising, che per anni ha permesso all’azienda di espandersi capillarmente. Tuttavia, molti punti vendita affiliati hanno accumulato debiti per un totale di 160 milioni di euro. Per contenere le perdite, Benetton ha imposto il recupero immediato delle somme dovute, causando la chiusura di numerosi negozi e lasciando centinaia di lavoratori senza certezze. Il futuro dell’azienda dipenderà dalla capacità di superare queste difficoltà senza rinunciare alla propria identità storica.