LICENZIAMENTI cancellati, se lavori qui non puoi perdere il lavoro: è la legge nuovissima che lo dice
Licenziamenti, non possono partire per questo motivo. Scopri come salvare il tuo lavoro con queste disposizioni di legge ora!
Il licenziamento per giusta causa è la forma più grave di risoluzione del rapporto di lavoro. Si verifica quando un dipendente commette un fatto grave. Questo tipo di licenziamento è immediato e non prevede alcun preavviso.
I comportamenti che possono giustificare un licenziamento per giusta causa sono diversi e dipendono dal lavoro. Questi comportamenti possono essere azioni che ledono gli interessi dell’azienda: furti, atti di violenza, insubordinazione grave, rivelazione di segreti aziendali, assenze ingiustificate e ripetute, ecc.
Il licenziamento per giusta causa comporta la cessazione immediata del rapporto di lavoro, senza diritto al pagamento del preavviso né all’indennità di licenziamento. Il lavoratore licenziato per giusta causa potrebbe perdere il diritto alla disoccupazione.
È importante sottolineare che la legittimità di un licenziamento per giusta causa può essere contestata dal lavoratore davanti ad un giudice del lavoro. Ora ci sono cambiamenti per un tipo di licenziamento. Scopri ora se puoi salvare il tuo lavoro così!
Cosa troverai in questo articolo:
Come funziona con la Naspi
Le dimissioni volontarie è una scelta personale del lavoratore di interrompere il rapporto di lavoro. Questa decisione ha delle importanti conseguenze economiche. Una delle principali è la perdita del diritto alla NASPI, l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS. A differenza di un licenziamento, le dimissioni volontarie sono considerate una scelta consapevole del lavoratore, che decide di interrompere il rapporto di lavoro senza un motivo specifico legato all’azienda.
La regola generale è che le dimissioni volontarie escludono il diritto alla NASPI, esistono alcune eccezioni. È possibile mantenere il diritto all’indennità, quando le dimissioni sono dovute a motivi di salute certificati da un medico, a molestie sul posto di lavoro o a altre situazioni che rendono impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro.
Come salvare il tuo lavoro
Il caso della dipendente della gelateria licenziata per i frequenti ritardi sul lavoro solleva un importante quesito: fino a che punto un lavoratore può essere ritenuto responsabile per ritardi dovuti a cause esterne al suo controllo? La sentenza della Corte d’Appello di Firenze ha stabilito un principio.
Quando i ritardi sono causati da fattori come i disservizi dei trasporti pubblici, e quando il datore di lavoro ha contribuito a creare una situazione di difficoltà per il lavoratore (come nel caso dello spostamento in un luogo di lavoro più lontano), il licenziamento non può essere considerato per giusta causa. La notizia arriva da Brocardi.