Pensione, se fai questo lavoro devi aspettare fino a 70 anni per andarci: l’età sale sempre di più | L’ultima novità che non piace a nessuno
Brutte notizie per chi lavora in questo settore: adesso bisogna raggiungere almeno i 70 anni per andare in pensione!
In Italia, il dibattito sull’età minima per andare in pensione è sempre acceso. Cambiare le regole significa spesso fare i conti con la sostenibilità del sistema pensionistico, ma anche con le esigenze dei lavoratori.
Questo continuo aumento dell’età pensionabile genera molte preoccupazioni. Da una parte c’è la necessità di garantire l’equilibrio economico del sistema, dall’altra la fatica crescente di chi si ritrova costretto a posticipare il momento del meritato riposo.
Per alcuni, il prolungamento della carriera può essere una scelta positiva, ma per altri, specialmente chi svolge lavori usuranti, è una prospettiva poco incoraggiante.
Il tema tocca anche il settore pubblico, dove i dipendenti spesso si trovano di fronte a regole specifiche e trattamenti particolari rispetto ai lavoratori privati. Con l’età pensionabile che si alza, la gestione del personale nella Pubblica Amministrazione diventa un argomento sempre più delicato, che non riguarda solo i singoli, ma anche il funzionamento complessivo degli uffici e dei servizi offerti ai cittadini.
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Abolito il pensionamento obbligatorio a 65 anni: i dipendenti pubblici lavoreranno fino a 70 anni
Dal 1° gennaio 2025, c’è una novità importante per chi lavora nella Pubblica Amministrazione: l’obbligo di andare in pensione a 65 anni è stato abolito. Questo significa che i dipendenti pubblici potranno continuare a lavorare oltre quell’età, ma solo se lo desiderano e se c’è un accordo con l’ente per cui lavorano. L’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia è stata fissata a 67 anni, in linea con quanto già previsto per i lavoratori del settore privato, ma c’è anche la possibilità di restare al lavoro fino ai 70 anni.
L’obiettivo di questa riforma, introdotta con la Legge di Bilancio 2025, è duplice: ridurre i costi delle pensioni e mantenere il personale più esperto al lavoro più a lungo, in modo da colmare i vuoti di organico che spesso mettono in difficoltà il settore pubblico. Tuttavia, questa opzione non è automatica. Saranno i lavoratori a decidere se proseguire la carriera e ogni richiesta dovrà essere concordata con la Pubblica Amministrazione.
Lavorare più a lungo, ma non per tutti è una scelta facile
Per i dipendenti pubblici, questa maggiore flessibilità porta con sé vantaggi e difficoltà. Da un lato, chi si sente ancora in forze e motivato potrà decidere di rimanere al lavoro fino ai 70 anni, continuando a contribuire con la propria esperienza. Dall’altro, chi sperava di andare in pensione a 65 anni si troverà a dover lavorare almeno fino a 67, e per molti potrebbe non essere una scelta, ma una necessità.
Questo cambiamento rischia di creare malumori, soprattutto tra chi si sente già provato da anni di servizio. La possibilità di prolungare la carriera lavorativa potrà essere un’opportunità per alcuni, ma per altri si tradurrà in un ulteriore sacrificio. Resta da vedere come questa nuova normativa influirà nel lungo termine sul sistema pubblico e sulla vita dei lavoratori.