“Il mio capo mi ha chiamato fuori dall’orario di lavoro” e parte la denuncia: rischia la galera per averlo fatto | La nuova norma è severissima

Foto di donna al telefono

Foto di donna al telefono (Pexels Foto) - www.managementcue.it

Il capo chiama di continuo anche fuori dall’orario di lavoro, parte la denuncia e ora rischia grosso. Scopri i dettagli!

L‘equilibrio tra lavoro e vita privata è sempre più difficile da mantenere. Con l’uso di smartphone e email, sembra che il lavoro ci segua ovunque, perfino fuori dall’orario di servizio. Per molti lavoratori, il confine tra ciò che è “tempo libero” e “tempo lavorativo” si è fatto sfumato, creando tensioni e stress. Rispondere o non rispondere a una chiamata del capo dopo l’orario di lavoro? Per molti, questa scelta non sembra neanche un’opzione.

Non sorprende che il tema abbia attirato l’attenzione di tribunali e legislatori. Da anni, in Europa si discute su come proteggere i lavoratori dal cosiddetto fenomeno dell’“always on”, ovvero l’essere sempre disponibili.

L’idea del diritto alla disconnessione, sancito anche dalla legislazione italiana nel contesto del lavoro agile, nasce proprio per garantire ai lavoratori momenti di riposo e di totale libertà dalle incombenze professionali.

Tuttavia, le regole attuali non bastano sempre a proteggere chi è vittima di pressioni indebite. Per molti, ignorare una telefonata del datore di lavoro fuori orario potrebbe sembrare un atto rischioso. Anche quando non è previsto alcun obbligo di reperibilità, la paura di conseguenze o di tensioni con il capo spinge spesso i dipendenti a rispondere comunque, compromettendo il loro tempo libero.

Quando i datori di lavoro esagerano

In Italia, alcune proposte di legge stanno cercando di affrontare la questione con maggiore severità. Si parla, ad esempio, di sanzioni per i datori di lavoro che insistono nel contattare i dipendenti oltre l’orario lavorativo, senza validi motivi. Le multe, in certi casi, potrebbero arrivare fino a 3.000 euro per ogni violazione. Un segnale chiaro per scoraggiare pratiche che ledono il diritto al riposo.

Non va dimenticato, però, che ci sono situazioni in cui la reperibilità è richiesta dal contratto, come accade per le Forze Armate o in alcuni ruoli di emergenza. In questi casi, tutto deve essere regolamentato chiaramente, con un compenso adeguato per chi è tenuto a essere disponibile.

Foto di uomo al telefono
Foto di uomo al telefono (Pexels Foto) – www.managementcue.it

Il caso del capo che insiste: rischi e responsabilità

Un caso emblematico arriva dalla Francia, dove la Corte di Cassazione ha preso una posizione forte: i lavoratori non sono obbligati a rispondere a chiamate o messaggi del datore di lavoro fuori dall’orario di servizio. In una sentenza, la Corte ha dichiarato illegittime le sanzioni disciplinari imposte a un dipendente che non aveva risposto a telefonate ricevute sul proprio cellulare personale.

In Italia, una situazione simile potrebbe portare a conseguenze ancora più gravi per il datore di lavoro, soprattutto se le chiamate avvengono con insistenza e senza necessità. In questi casi, infatti, potrebbero configurarsi reati come stalking o molestie, con conseguenze penali. È un avvertimento per tutti i capi: rispettare il diritto alla disconnessione non è solo una questione di legge, ma anche di rispetto per chi lavora.