P.IVA, maxi sanzioni per chi non si mette in regola: a gennaio c’è l’ultima chiamata | Non si accettano ritardi
P.IVA, ultima occasione per mettersi in regola entro gennaio: maxi sanzioni in arrivo per chi non rispetta i termini.
Novembre, per chi ha una partita IVA, è sempre un periodo impegnativo. Si avvicina infatti la scadenza del secondo acconto delle imposte, un appuntamento che pesa parecchio sul bilancio di fine anno.
Stavolta però c’è una novità interessante: la scadenza è stata spostata al 16 gennaio 2025 per alcuni contribuenti. È tutto merito della Legge n. 189/2024, che ha formalizzato una proroga attesissima da tanti.
Chi rientra tra i beneficiari di questa misura potrà tirare un sospiro di sollievo, posticipando un’uscita finanziaria non da poco. Oltre a questo, c’è anche la possibilità di dilazionare il pagamento, offrendo una gestione più flessibile della propria liquidità.
La conversione del Decreto Legge n. 155/2024 è stata quindi un passaggio cruciale per dare supporto, soprattutto alle piccole attività e ai professionisti in difficoltà. Ora però bisogna fare chiarezza: a chi è riservata questa agevolazione? E quali sono le modalità da seguire per usufruirne senza intoppi? Vediamolo nel dettaglio.
Cosa troverai in questo articolo:
Le nuove modalità di pagamento
La proroga riguarda in particolare i titolari di partita IVA che nel 2023 hanno dichiarato ricavi o compensi inferiori a 170.000 euro. È una misura che si applica al secondo acconto delle imposte dirette, ma attenzione: sono esclusi contributi previdenziali, premi INAIL e altri oneri accessori.
Una delle novità più interessanti è la possibilità di scegliere tra due opzioni: pagare tutto in un’unica soluzione entro il 16 gennaio oppure optare per una rateizzazione. Se si sceglie di rateizzare, si può dividere l’importo in cinque comode rate mensili, ognuna con scadenza fissata al giorno 16, a partire da gennaio. C’è però un aspetto da tenere a mente: sulle rate successive alla prima verranno applicati degli interessi, calcolati secondo il D.Lgs. n. 241/1997. Per chi opera in ambito agricolo e possiede un reddito d’impresa, bisogna considerare i ricavi complessivi, tenendo come riferimento il volume d’affari totale.
Chi non rientra nella proroga
Non tutti possono beneficiare di questa agevolazione, e la legge lo specifica chiaramente. Sono esclusi:
- i privati non titolari di partita IVA, come i soci di società trasparenti;
- chi ha dichiarato ricavi superiori a 170.000 euro nell’anno precedente;
- società di capitali, enti non commerciali e soggetti diversi dalle persone fisiche;
- collaboratori familiari o coniugi del titolare d’impresa, a meno che non siano essi stessi titolari di partita IVA.
Questa delimitazione serve a garantire che la proroga vada a vantaggio solo di chi ha effettivamente bisogno di un supporto, evitando che venga utilizzata da chi non rientra nei criteri prefissati. Per chi rientra nei requisiti, la proroga rappresenta una bella boccata d’ossigeno. Posticipare i pagamenti o distribuirli in rate significa poter affrontare meglio le spese di fine anno, un periodo che spesso porta con sé costi straordinari o entrate rallentate.
Certo, c’è da prestare attenzione: le nuove scadenze vanno rispettate rigorosamente e bisogna valutare bene quale opzione scegliere. La rateizzazione può sembrare allettante, ma è importante considerare anche il peso degli interessi applicati sulle rate successive alla prima, per evitare di trovarsi brutte sorprese.