Legge di Bilancio, nulla da fare per i lavoratori: le promesse del Governo sono saltate | Slitta tutto
Brutte notizie per i lavoratori: il Governo non ha rispettato le promesse, la Legge di Bilancio non includerà le novità anticipate.
La Legge di Bilancio è uno dei momenti più cruciali per l’economia e le politiche fiscali del Paese. I lavoratori, le imprese e i cittadini attendono con ansia le nuove misure che potrebbero influenzare i loro guadagni e la loro qualità della vita. In questo quadro, ogni intervento annunciato suscita aspettative, mentre ogni rinvio genera inevitabili delusioni.
Il dibattito sulla redistribuzione fiscale è sempre acceso, con particolare attenzione ai ceti medi, spesso penalizzati da una pressione fiscale elevata. La promessa di ridurre le tasse rappresenta uno degli strumenti più efficaci per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e rilanciare i consumi interni. Tuttavia, ogni intervento deve fare i conti con le risorse disponibili e con il delicato equilibrio dei conti pubblici.
Anche per quest’anno, la Legge di Bilancio ha portato proposte ambiziose, ma spesso ostacolate da limiti finanziari. In molti casi, le promesse di alleggerimento fiscale dipendono da entrate straordinarie o da misure complementari di recupero fiscale.
Quando queste risorse vengono a mancare, le misure devono essere riviste o rinviate. Questo è ciò che accade frequentemente nelle ultime manovre finanziarie, dove l’incertezza domina le scelte del Governo.
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Interventi sul ceto medio: un piano a metà strada
Da tempo si discute di una riforma dell’Irpef che possa portare a un taglio delle tasse per i redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro. L’ipotesi principale è quella di ridurre l’aliquota del 35% al 33%, alleggerendo così il carico fiscale per chi rientra in questa fascia di reddito. Questo intervento avrebbe dovuto essere finanziato dal gettito del concordato preventivo biennale dedicato alle partite IVA.
La realtà, però, è che questo gettito non è stato sufficiente. Con soli 1,3 miliardi di euro raccolti e un’adesione inferiore alle aspettative, i fondi disponibili non riescono a coprire i costi necessari per la riduzione dell’Irpef. Di conseguenza, il taglio fiscale è stato rinviato, almeno fino a quando non sarà possibile consolidare i conti pubblici e individuare nuove risorse.
Taglio Irpef: quando arriverà lo sconto?
Il Governo aveva più volte ribadito l’intenzione di procedere con il taglio dell’aliquota del 35% e questa volontà non sembra in discussione. Tuttavia, la misura è stata esclusa dalla Legge di Bilancio 2025 e si parla di un possibile intervento futuro, forse con un decreto a gennaio. Anche in questo caso, però, lo sconto fiscale avrebbe effetto solo a partire dal 1° gennaio 2026.
Le risorse limitate disponibili per la manovra hanno obbligato a scelte difficili. La priorità è stata data alla conferma delle aliquote ridotte e al taglio del cuneo fiscale, lasciando per il momento in sospeso gli interventi più corposi sull’Irpef. Il ceto medio dovrà quindi attendere ancora prima di beneficiare di uno sconto sulle tasse.