Pensioni a 1000 euro, il Governo fa un buco nell’acqua: nel 2025 quella cifra la ottieni solo in un modo
Pensioni a 1000 euro, obiettivo mancato: nel 2025 sarà possibile raggiungere quella cifra solo seguendo una strada ben precisa.
La pensione, ah, quel pensiero che ogni tanto ti salta in testa, no? Magari sei all’inizio della carriera, pieno di energia, oppure stai già intravedendo l’età della pensione. In ogni caso, prima o poi, arriva quella domanda fatidica: “Riuscirò a campare con quello che prenderò?”. La risposta, purtroppo, non è quasi mai tranquillizzante. E lo sappiamo tutti: mettere insieme i contributi giusti è tutto tranne che facile.
Prova a pensarci: il mondo del lavoro è cambiato tantissimo rispetto a qualche decennio fa. Una volta c’erano lavori stabili, contratti a tempo indeterminato e stipendi più prevedibili. Ora? Contratti brevi, partite IVA e, diciamocelo, una bella dose di incertezza. Tutto questo ha un impatto diretto su ciò che ci aspetta una volta lasciato il lavoro.
E poi non è solo una questione di lavoro o stipendio. Le regole del sistema pensionistico sono diventate sempre più complicate. Non basta aver lavorato tanto, bisogna anche aver guadagnato abbastanza. E qui cominciano i problemi. Insomma, ci si rende conto che accumulare una pensione dignitosa è come scalare una montagna… con lo zaino pieno di sassi.
Ah, e parliamo un attimo del netto contro il lordo. Quante volte hai visto una cifra promettente sulla carta, solo per scoprire che, tolte tasse e contributi, ti resta giusto per un caffè? Ecco perché è fondamentale capire come funziona davvero il calcolo della pensione.
Cosa troverai in questo articolo:
Come si arriva a mille euro al mese
Per portare a casa una pensione netta di 1.000 euro al mese, il punto di partenza è un lordo annuo di circa 14.900 euro. Sembra fattibile? Non proprio. Dipende tutto da quanti contributi hai versato durante la tua carriera e da quanto hai guadagnato ogni anno. Più soldi hai messo da parte e più anni hai lavorato, più alta sarà la pensione. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi.
Il sistema contributivo, quello che si usa per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, rende tutto più complicato. Funziona così: ogni anno versi contributi, che vengono poi rivalutati con un tasso di capitalizzazione. Quando finalmente smetti di lavorare, quei contributi accumulati vengono trasformati in pensione usando dei coefficienti (sì, è un po’ tecnico, lo so). Per darti un’idea: per avere 1.000 euro netti al mese nel 2025, con 40 anni di contributi alle spalle, avresti dovuto guadagnare circa 25.900 euro all’anno. Se hai lavorato meno anni, la cifra media richiesta aumenta.
Il vantaggio del sistema misto
E poi c’è il sistema misto, una specie di salvagente per chi ha lavorato prima del 1996. Questo metodo combina il calcolo retributivo, basato sugli stipendi degli ultimi anni, con quello contributivo. In pratica, ti dà una spinta in più se hai iniziato a lavorare nei “vecchi tempi”.
Per esempio, immagina di avere 10 anni di contributi con il sistema retributivo e uno stipendio medio di 30.000 euro. Solo questa parte ti garantirebbe circa 6.000 euro annui di pensione. Il resto arriverebbe dai contributi versati dopo il 1996, calcolati con il sistema contributivo. Questo mix rende più facile avvicinarsi ai famosi 1.000 euro al mese, ma solo se hai avuto una carriera abbastanza stabile e, diciamocelo, anche un pizzico di fortuna.