Lavoro, per guadagnare non serve una laurea: se sul CV c’è questo dettaglio ti “regalano” 8mila euro l’anno

Colloquio di lavoro (Pexels foto)

Colloquio di lavoro (Pexels foto) - www.managementcue.it

Non serve la laurea per guadagnare: con questo dettaglio sul curriculum puoi ottenere 8mila euro in più all’anno.

Diciamocelo chiaramente: quando si parla di lavoro, il mondo non è ancora equo. Gli uomini continuano a guadagnare più delle donne, ad avere maggiori possibilità di essere assunti e a fare carriera più velocemente. È una realtà che tutti conosciamo, ma che ogni volta lascia un senso di amarezza. Non è solo una questione di soldi, è una questione di opportunità, di rispetto e di quanto ancora ci sia da fare per colmare questa distanza.

Il problema è che non si tratta solo di ruoli dirigenziali o di settori specifici. Questa differenza si vede ovunque: negli uffici, nei negozi, nelle fabbriche. E spesso viene giustificata con scuse ridicole. Tipo: “Eh, ma sai, una donna magari si assenta per i figli”, oppure “Gli uomini sono più adatti a certi lavori”. Frasi che nel 2024 suonano anacronistiche, ma che purtroppo condizionano ancora troppe scelte.

C’è anche la questione del part time, che tocca moltissime donne. Molte lo scelgono, altre lo subiscono, ma alla fine il risultato è lo stesso: stipendi più bassi, meno contributi e meno possibilità di fare carriera. È un circolo vizioso, che non penalizza solo le donne, ma anche le famiglie e, in generale, tutta la società.

E non è che le donne non abbiano talento o non siano preparate, anzi. Spesso devono fare il doppio della fatica per dimostrare ciò che agli uomini viene riconosciuto automaticamente. Eppure, a parità di competenze e di impegno, c’è sempre quel maledetto divario. E la cosa peggiore è che non parliamo di pochi euro: si tratta di migliaia di euro all’anno che fanno una differenza enorme nella vita di una persona.

Un divario che fa male: i dati parlano chiaro

Secondo l’ultimo rapporto dell’Inps, nel 2022 le donne nel settore privato hanno guadagnato quasi 8mila euro in meno rispetto agli uomini. Una cifra che non può lasciarti indifferente. Gran parte di questo divario è attribuita alla maggiore diffusione del lavoro part time tra le donne, che spesso si trovano a dover scegliere tra carriera e famiglia, come se non fosse possibile avere entrambe le cose.

Ma non è solo questo. Gli uomini hanno ancora maggiori possibilità di accedere a ruoli meglio pagati e di fare carriera più rapidamente. Insomma, non è solo una questione di contratto: è un problema culturale, radicato in anni di stereotipi e abitudini difficili da scardinare.

Una a ragazza a lavoro (Pixabay)
Una a ragazza a lavoro (Pixabay FOTO) – www.managementcue.it

Cosa possiamo fare per cambiare le cose?

La verità? Non esiste una soluzione semplice. Ma qualcosa si può fare. Introdurre un salario minimo sarebbe un buon inizio, così come incentivare le aziende a promuovere più donne in ruoli di responsabilità. Ma serve anche un cambiamento di mentalità. Bisogna smettere di vedere le donne come “meno affidabili” solo perché potrebbero diventare madri, e iniziare a valutarle per ciò che sanno fare.

E poi, parliamoci chiaro: anche gli uomini devono fare la loro parte. Per esempio, condividendo in modo più equo le responsabilità familiari, così che le donne non siano costrette a scegliere tra casa e lavoro. È una battaglia che non riguarda solo le donne, ma tutti noi. Perché un mondo più giusto è un mondo migliore per tutti.