Bollo auto, nuova stangata dal Governo: se passa questa proposta siamo finiti | Toccherà vendere la macchina
Una mossa che potrebbe rivoluzionare, e soprattutto complicare, il mondo di particolari tipologie di automobili.
Parlare di auto in Italia significa toccare un tema che, prima o poi, ci riguarda tutti. Dai costi di gestione alla burocrazia infinita, è un argomento che accende sempre il dibattito. E quando si parla di determinate tipologie di auto, le cose si complicano ancora di più: non si tratta solo di mezzi di trasporto, ma di strumenti essenziali per tante aziende e professionisti.
Le regole cambiano spesso, e stare dietro alle novità non è mai semplice. Negli ultimi anni, però, il filo conduttore sembra essere sempre lo stesso: incentivare i veicoli meno inquinanti e, allo stesso tempo, fare cassa. Sembra quasi un equilibrio impossibile, no? Aggiungi poi il fatto che molte piccole imprese faticano già a stare a galla, e puoi immaginare quanto ogni nuova tassa o restrizione possa pesare come un macigno.
Fino a oggi, la tassazione si basava soprattutto sulle emissioni di CO2: un sistema che, pur con qualche difetto, cercava di premiare chi optava per mezzi più “green”. Una macchina ecologica può avere però costi iniziali più alti, e le aziende devono valutare tutto con estrema attenzione.
Ecco, nel frattempo, l’ambiente è sempre più al centro delle politiche governative. È chiaro: meno inquinamento è un obiettivo importante. Ma spesso chi paga il prezzo delle nuove norme non ha nemmeno il tempo o i mezzi per adeguarsi. Insomma, è un tema complicato, che non si risolve a colpi di tasse o incentivi.
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Novità sulle auto aziendali in arrivo nel 2025
La situazione potrebbe cambiare (e parecchio) con la nuova manovra finanziaria. Dal 2025, infatti, le regole sulle auto aziendali potrebbero essere stravolte. Il governo ha messo sul tavolo una proposta che punta a rivoluzionare la tassazione, basandosi non più solo sulle emissioni, ma direttamente sul tipo di alimentazione.
Le auto a motore termico, cioè quelle tradizionali, vedranno un incremento delle tasse: il coefficiente che calcola l’imponibile passerà dal 30% al 50%. Per le auto ibride, invece, si scenderà al 20%, e per quelle elettriche al 10%. L’obiettivo è chiaro: spingere le aziende a scegliere mezzi più ecologici. Ma questa svolta rischia di pesare soprattutto su chi non ha la possibilità (o la convenienza) di cambiare auto.
Il ruolo dell’articolo 7 nella proposta
A complicare le cose c’è l’articolo 7 della manovra. Qui si parla di nuove regole per le auto concesse ai dipendenti in uso promiscuo. In pratica, per i contratti firmati dal 1° gennaio 2025, le tasse saranno calcolate in base a una percorrenza standard di 15mila km all’anno. Il problema è che per i veicoli tradizionali, il peso fiscale aumenterà parecchio.
Le auto elettriche, invece, saranno le grandi “vincitrici” di questa nuova impostazione, con un netto vantaggio fiscale rispetto agli altri veicoli. Per chi usa auto aziendali o gestisce una flotta, questi cambiamenti potrebbero portare non poche difficoltà. Insomma, se la proposta passa, il panorama rischia di essere molto diverso, e per molti più costoso.