Lavoro, ora è sicuro: l’assegno di 1000 euro arriva a tutti questi dipendenti | Il requisito lo superi in un attimo
100 euro per te se rientri in queste categorie: un regalo da non perdere. Scopri come funziona, come richiederlo e i requisiti previsti.
Negli ultimi anni, il tema del welfare aziendale ha assunto un ruolo centrale nelle politiche occupazionali. Tra le varie forme di sostegno, i cosiddetti “bonus al lavoro” rappresentano una misura fondamentale per incrementare il benessere dei dipendenti, aumentando anche la produttività aziendale. Non si tratta solo di premi economici, ma di una vasta gamma di benefici che spaziano dal supporto per spese personali a strumenti per il miglioramento della qualità della vita lavorativa e privata.
Un elemento chiave di questi incentivi è il carattere non monetario, che li differenzia dai classici aumenti salariali. Questo tipo di approccio consente di andare oltre il semplice riconoscimento economico, introducendo benefit personalizzati che rispondono alle esigenze specifiche di ogni dipendente. Tra i più diffusi, oltre alla famosa auto aziendale, troviamo polizze sanitarie, buoni spesa e piani pensionistici integrativi.
I dati recenti confermano che i lavoratori apprezzano sempre più le soluzioni legate ai benefit aziendali. Secondo l’Osservatorio Welfare 2024, i fringe benefit sono stati protagonisti assoluti della spesa in welfare, rappresentando il 31,8% del totale.
Tra le fasce d’età più coinvolte, i giovani sotto i 30 anni emergono come i principali fruitori di queste iniziative, con un peso del 40% rispetto al totale dei benefit utilizzati.
Cosa troverai in questo articolo:
Bonus e fringe benefit
Un vantaggio dei bonus non monetari riguarda il regime fiscale. La possibilità di offrire vantaggi concreti senza gravare pesantemente sulla tassazione aziendale e individuale li rende un’opzione interessante sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. In particolare, la soglia di esenzione fiscale, fissata negli anni passati a livelli variabili, ha giocato un ruolo cruciale nel determinare l’attrattività di questi strumenti.
I fringe benefit sono definiti come compensi in natura, ovvero benefici concessi ai dipendenti sotto forma di beni o servizi. Essi rappresentano un’alternativa al compenso in denaro e possono comprendere soluzioni come l’auto aziendale ad uso promiscuo, i buoni acquisto o il pagamento delle utenze domestiche. Le normative italiane, in particolare l’art. 51 del TUIR, ne regolano l’applicazione e la tassazione, prevedendo specifiche soglie entro cui questi benefit sono esentasse.
Fringe benefit 2024: cosa cambia e come assegnarli
Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2024, sono state introdotte novità significative per i fringe benefit. La soglia di defiscalizzazione è stata aumentata fino a 1000 euro per tutti i lavoratori dipendenti e fino a 2000 euro per quelli con figli a carico. Per la prima volta, inoltre, sono state incluse nella soglia esentasse anche le spese relative agli affitti e agli interessi sul mutuo della prima casa.
Questa misura amplia le opportunità per i datori di lavoro, che possono offrire ai propri dipendenti strumenti di supporto concreti e fiscalmente vantaggiosi, rafforzando il legame tra azienda e collaboratori.