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Beppe Grillo è stato rimosso dal ruolo di garante: cosa comporterà

Per il Movimento 5 Stelle comincia ufficialmente una nuova era: Beppe Grillo via e Giuseppe Conte incoronato definitivamente. Ora cosa accadrà?

Ormai per il Movimento 5 Stelle vi è un cambio sostanziale interno che vede la sostituzione definitiva di Beppe Grillo con Giuseppe Conte nella sua leadership: la fine di un’era.

Le votazioni sono chiare e il 63% di questi ha decretato l’uscita definitiva di Grillo dal ruolo di garante. Ciò ha portato, di conseguenza, la vincita della linea Conte.

Erano da tempo presenti delle tensioni all’interno del Movimento 5 Stelle tra i due politici. Ora la loro “guerra” si è finalmente conclusa con una vittoria senza possibilità di ritorno.

Chiaramente, tutto ciò riporterà delle conseguenze generali. In particolare è importante capire che cosa accadrà ora al partito, ma anche allo sconfitto Grillo.

Il ruolo di Beppe Grillo

Il Movimento 5 Stelle ha riportato nelle votazioni la propria preferenza e da queste è emerso un risultato che non vede dubbi: il 63% ha voluto che Beppe Grillo fosse rimosso dal ruolo di garante. Questo esito segna un distacco definitivo dal fondatore 5 Stelle e l’inizio di un cambiamento radicale per il movimento. Il fondatore Grillo non ha partecipato all’evento finale dell’assemblea e ha commentato il cambiamento con una foto pubblicata sul suo account WhatsApp.

In particolare, egli ha voluto paragonare il partito ad un movimento gesuitico. Grillo ha usato l’analogia con i francescani che egli identificava con il Movimento alle sue origini. Ciò per esprimere il suo disappunto verso l’evoluzione del partito. In questo modo, il Movimento si è allontanato definitivamente dall’idea originale del suo fondatore, a cui ha voltato le spalle.

Movimento 5 Stelle (Wikimedia FOTO) – www.managementcue.it

Ora cosa succederà al partito e al suo fondatore?

La cancellazione del ruolo di Grillo ha avuto conseguenze significative per la sua influenza interna al Movimento 5 Stelle. Infatti, a seguito della sua estromissione dal ruolo di “garante”, sono caduti anche tutti i suoi poteri che ne seguivano. Tra questi, vi era la la possibilità di chiedere la ripetizione delle votazioni, che rappresentava senza dubbio uno strumento valido per ostacolare la riforma del movimento. Oltre a ciò vi sono anche cambiamenti che riguardano la composizione degli organi di garanzia e dei probiviri. Per l’appunto, essi potrebbero essere azzerati e rinnovati senza più l’influenza del fondatore.

Un altro aspetto rilevante riguarda il contratto di consulenza da 300.000 euro che Grillo aveva con il Movimento per servizi legati alla comunicazione: questo contratto non vedrà il rinnovo alla sua scadenza (31 dicembre 2024). Tutto ciò, segnerà un ulteriore distacco tra il fondatore e il partito. Oltre a ciò, Giuseppe Conte ha confermato la sua leadership e ha ottenuto il supporto per una visione di un Movimento 5 Stelle “progressista e indipendente“. Il piano include la creazione di una giovanile per coinvolgere le nuove generazioni e un sistema di tesseramento formale per rafforzare l’identità del partito e la partecipazione degli iscritti. In questo senso, l’uscente Beppe Grillo ha scelto di non alimentare conflitti una volta che si è visto escluso dal partito. Di conseguenza, anche Conte ha deciso di terminare qualsiasi tensione o scontro.

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Martina Serpe