Manovra, 1000 euro persi per chi guadagna questo stipendio: lo Stato te li prende direttamente dalle tasche

Lavoro

Operaio al lavoro (Pexels Foto) - www.managemencue.it

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha messo in evidenza una problematica importante sul meccanismo del cuneo fiscale. 

Manovre economiche e interventi sul cuneo fiscale sono stati negli ultimi anni al centro delle politiche italiane, con l’obiettivo di alleggerire la pressione contributiva sui lavoratori e rendere più competitivo il sistema occupazionale.

Ridurre il cuneo fiscale dovrebbe significare, in teoria, più soldi nelle buste paga e un incentivo per le famiglie a spendere, stimolando l’economia. Tuttavia, gli effetti di questa misura non sempre riescono a mantenere le promesse iniziali e mostrano limiti rilevanti per alcune fasce di reddito.

Il dibattito si concentra su come equilibrare i benefici tra le diverse fasce di reddito. Da un lato, chi percepisce redditi più bassi beneficia di sgravi maggiori, che si traducono in un miglioramento tangibile del potere d’acquisto. Dall’altro lato, con l’aumento del reddito, si osserva una graduale riduzione del beneficio, fino al suo completo azzeramento oltre una certa soglia.

In molti casi, infatti, aumentare di poco il proprio reddito annuo può comportare la perdita di agevolazioni e vantaggi fiscali, generando un senso di frustrazione tra i lavoratori. Si parla spesso di una “trappola del cuneo”, una dinamica che rischia di penalizzare chi si trova al confine tra diverse fasce di reddito.

Il taglio del cuneo fiscale e l’impatto sui lavoratori

Secondo quanto emerso dalle valutazioni recenti, il meccanismo del cuneo fiscale per il 2024 presenta un effetto fortemente penalizzante per i lavoratori che percepiscono un reddito superiore ai 35.000 euro. La misura, introdotta per alleggerire il carico fiscale dei dipendenti con retribuzioni basse e medie, vede un ribaltamento delle sue finalità quando il reddito annuale supera la soglia critica. In particolare, per chi guadagna anche solo un euro in più rispetto a tale cifra, il beneficio, pari a 1.100 euro annui, viene totalmente azzerato. Il fenomeno è stato messo in evidenza dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, presieduto da Liliana Cavallari.

Tale situazione rappresenta una vera e propria “trappola fiscale” per i lavoratori. Guadagnare poco più di 35.000 euro porta infatti a una perdita secca, senza alcuna gradualità nel calo dei benefici. Questo si traduce in un paradosso che rende economicamente sconveniente accettare piccoli aumenti salariali o ore lavorative aggiuntive. Il meccanismo non solo penalizza i lavoratori, ma introduce una distorsione sul mercato del lavoro che rischia di minare la produttività e l’incentivo a progredire.

Busta paga
Busta paga (Depositphotos Foto) – www.managementcue.it

Il paradosso del superamento delle soglie di reddito

Il taglio del cuneo fiscale per il 2024 si concentra su una riduzione pari a 7 punti percentuali per i redditi fino a 25.000 euro e a 6 punti percentuali per i redditi compresi tra 25.000 e 35.000 euro. Tuttavia, una volta superata questa soglia, l’intero beneficio scompare, causando una riduzione netta del reddito disponibile. A fronte di un incremento retributivo di soli 1.000 euro, il lavoratore si ritrova a perdere un vantaggio di ben 1.100 euro.

Per riequilibrare l’impatto economico di tale perdita, l’aumento del salario lordo dovrebbe essere almeno pari a 2.000 euro, un traguardo che non sempre risulta facilmente raggiungibile. La situazione, già di per sé critica, vedrà l’entrata in vigore delle nuove disposizioni per il 2025. Infatti il taglio del cuneo fiscale, applicato in via temporanea nel 2024, è diventato strutturale per il prossimo anno.