In Inghilterra entra in vigore la legge anti-molestie con ‘zone sicure’ attorno alle cliniche per l’aborto.
Il primo giorno di applicazione della nuova legge inglese che istituisce le “zone di accesso sicuro” attorno alle cliniche per la salute riproduttiva ha visto attivisti anti-aborto radunarsi al limite dei 150 metri, rispettando il confine imposto. La legge, approvata nel maggio 2023 e parte del Public Order Act 2023, è pensata per garantire alle donne che accedono ai servizi di aborto e al personale sanitario un ambiente privo di molestie o intimidazioni.
Le nuove zone cuscinetto mirano a impedire azioni come la distribuzione di volantini, manifestazioni e anche la “preghiera silenziosa” all’interno del perimetro definito. Le linee guida emesse dal Crown Prosecution Service (CPS) specificano che qualunque azione che possa influenzare o intimidire le persone che si recano in queste strutture è proibita. Questo include non solo proteste evidenti, ma anche attività più sottili, come tenere veglie con il rosario o mostrare immagini di feti.
Per i sostenitori della campagna pro-choice, come Kerry Abel, presidente della campagna nazionale Abortion Rights, l’entrata in vigore di queste norme segna un cambiamento significativo. “La preghiera silenziosa è stata spesso utilizzata come copertura per intimidazioni. Queste nuove misure proteggono il diritto delle donne di accedere ai servizi senza sentirsi giudicate o minacciate“, ha dichiarato.
Nonostante le misure siano state accolte con favore da molti, non tutti gli attivisti anti-aborto hanno abbandonato la loro presenza vicino alle cliniche. In alcune aree, gruppi di persone hanno continuato a radunarsi, pur rispettando il limite di 150 metri imposto dalla legge.
La normativa ha generato un dibattito acceso in Parlamento. Alcuni parlamentari del partito conservatore e dell’Unionista Democratico hanno sostenuto che la legge rischia di trasformarsi in un meccanismo di censura per le opinioni contrarie all’aborto, violando la libertà di espressione. Hanno tentato di emendare la legge per permettere preghiere o comunicazioni consensuali all’esterno delle cliniche, ma l’emendamento non è passato.
In Inghilterra e Galles, la legge si inserisce in un contesto più ampio di misure già esistenti, come i Public Spaces Protection Orders (PSPO), emanati da alcuni consigli locali per limitare le proteste. La legge nazionale mira a uniformare le regole e garantire che ogni clinica goda della stessa protezione. La Scozia ha adottato misure simili il mese scorso e l’Irlanda del Nord le applica già dal 2023. L’obiettivo è comune: proteggere le persone che si rivolgono ai servizi di aborto da qualsiasi forma di pressione psicologica o fisica.
Nonostante la legge segni un passo avanti, il percorso verso un ambiente completamente libero da pressioni per le donne che accedono ai servizi di salute riproduttiva non è ancora concluso. La sfida ora è garantire l’efficace applicazione delle norme e fornire un chiaro indirizzo alle autorità locali e alla polizia per gestire situazioni complesse.
Questa nuova legge rappresenta un tentativo di trovare un equilibrio tra il diritto di protesta e il diritto delle donne di accedere liberamente e senza timori ai servizi medici di cui hanno bisogno. Il tempo dirà se le zone cuscinetto riusciranno a creare un ambiente più sereno o se le tensioni continueranno a manifestarsi in nuove forme perchè in Inghilterra come altrove, non si è ancora liberi di scegliere senza intimidazioni o minacce. Il Medioevo sembra davvero essere ritornato.