Licenziamento, per soli 40 minuti ti stracciano il contratto davanti agli occhi: è d’accordo anche la Cassazione
Ritardatari temete, da ora rischiate grosso: se non rispettate l’orario di lavoro potrebbero esserci pesanti conseguenze!
Di certo può capitare di tanto in tanto di arrivare in ritardo al lavoro per motivi che sfuggono al nostro controllo. Magari non è suonata la sveglia, o siamo rimasti imbottigliati nel traffico, o ancora dobbiamo gestire un imprevisto dell’ultimo minuto.
A volte basta un messaggio al capo per spiegare la situazione, e tutto si risolve senza problemi. Ma in certi contesti, la puntualità è davvero fondamentale, e un ritardo potrebbe avere conseguenze molto più serie di quanto immaginiamo.
Ci sono infatti lavori in cui la presenza puntuale è essenziale. Pensa, ad esempio, alle persone che lavorano nel settore della sicurezza: ogni minuto conta, e un’assenza imprevista può esporre altre persone o beni a rischi.
In queste situazioni, arrivare in ritardo può essere visto come una mancanza di responsabilità e, nei casi più gravi, può portare a conseguenze disciplinari importanti.
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Flessibilità nei ritardi
La gestione dei ritardi dipende molto dalla politica dell’azienda. In alcuni ambienti di lavoro, c’è maggiore flessibilità, e i ritardi occasionali vengono tollerati. Tuttavia, in alcune realtà ogni ritardo viene valutato attentamente e può diventare un vero problema, specie se rischia di influire sulle attività aziendali. Per questo, ogni datore di lavoro deve considerare con attenzione la proporzionalità di eventuali sanzioni, prendendo in esame le giustificazioni del lavoratore e l’impatto reale della sua assenza.
Quando però un ritardo si ripete o si verifica in un momento critico, le conseguenze possono farsi più serie. Non è raro, infatti, che simili situazioni sfocino in dispute legali tra azienda e dipendente, con questioni che finiscono per essere valutate anche dai giudici.
La Corte di Cassazione si è espressa: basta ritardi
Un esempio concreto è quello di una guardia giurata che, a causa di un ritardo di circa 40 minuti, si è trovata a dover affrontare un licenziamento disciplinare. Nel primo grado di giudizio il lavoratore aveva vinto la causa, ma la corte d’appello ha ribaltato la decisione, ritenendo che quel ritardo avesse messo a rischio la sicurezza di un istituto bancario, un’assenza troppo grave per essere trascurata.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26770, ha confermato la decisione della corte d’appello, sottolineando come il ritardo di 40 minuti, insieme a precedenti sanzioni disciplinari, dimostrasse una grave negligenza. Questo, per i giudici, ha giustificato il licenziamento senza preavviso, ritenendo che la sicurezza della banca fosse stata messa a rischio a causa dell’assenza prolungata del lavoratore.