Elezioni USA, come è possibile che il candidato con più voti possa perdere? Ecco la spiegazione da parte del collegio elettorale degli Stati Uniti
In America esiste un metodo molto particolare per votare il Presidente. Si chiama “Winner-Take-All” e funziona così.
E’ arrivato il momento per gli americani di eleggere il loro Presidente ma mentre per le altre legislazioni vince chi ha il numero più elevato di voti, in America non è così. Ma come è possibile questo? Negli Stati Uniti, il Presidente è scelto attraverso un sistema chiamato collegio elettorale.
Il collegio elettorale è un metodo che è stato spesso criticato soprattutto perchè è il metodo tramite il quale al potere può andare anche chi ha preso meno voti. Ma allora se è così poco legittimo, perchè è ancora in vigore?
La Costituzione degli Stati Uniti ha creato il collegio elettorale ed ogni stato ha un numero di “grandi elettori” pari alla somma dei suoi rappresentanti e senatori al Congresso. Il sistema che viene adottato è il “Winner-take-all” cioè ci vince prende tutto e dunque a differenza del voto diretto il candidato che riesce ad ottenere la maggioranza dei voti in uno stato riceve tutti i voti elettorali di quello stato. Solo il Maine e il Nebraska applicano una regola diversa, distribuendo parte dei loro voti elettorali in base ai risultati dei singoli distretti elettorali.
Ma perchè in America c’è questa tipologia di voto? Nel 1787 quando fu redatta la Costituzione, i padri fondatori erano in difficoltà su come eleggere il presidente in quanto da una parte c’era chi voleva l’elezione diretta e dall’altra c’era chi non era d’accordo perchè all’epoca buona parte della popolazione non aveva diritto al voto. Alla fine, si trovò un compromesso: il presidente sarebbe stato scelto dai grandi elettori, un gruppo di persone nominate da ogni stato.
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Elezioni USA, perché il candidato con più voti può perdere?
Ed è proprio grazie al sistema “winner-take-all” che un candidato più essere il vincitore pur avendo perso nel conteggio nazionale. Questo è successo in cinque elezioni, tra cui quelle recenti del 2000 e del 2016, quando George W. Bush e Donald Trump vinsero il collegio elettorale ma persero il voto popolare.Questo ha portato a crescenti critiche sul sistema, poiché significa che una minoranza di elettori può determinare il presidente.
Questa tipologia di sistema è stata molto criticata poichè secondo molti riduce il peso del voto degli americani ed è difficile da abolire poichè richiederebbe un emendamento costituzionale. In passato vi sono stati 700 tentativi di abolire questa modalità di voto ma senza successo alcuno.
Elezioni USA, cosa riserva il futuro?
Il collegio elettorale è sopravvissuto a oltre due secoli di cambiamenti e critiche. Nonostante i dibattiti accesi e i tentativi di riforma, resta una parte fondamentale del sistema elettorale statunitense. Alcuni sostengono che sia una tutela per gli stati meno popolosi, mentre altri vedono in esso un ostacolo alla rappresentanza diretta del popolo. La spinta per il cambiamento potrebbe continuare, ma il sistema del collegio elettorale sembra destinato a rimanere almeno nel prossimo futuro.
Nonostante ciò, esiste un’alternativa più recente che sta prendendo piede: il National Popular Vote Interstate Compact. Questo accordo prevede che gli stati partecipanti assegnino i loro voti elettorali al candidato che vince il voto popolare a livello nazionale, indipendentemente dal risultato nel singolo stato. Attualmente, 17 stati e Washington D.C. hanno aderito, per un totale di 209 voti elettorali, ma l’accordo entrerebbe in vigore solo quando si arriverà a 270 voti.