Stipendio, se ti indebiti non puoi più toccarlo: il conto si svuota sempre di più | Occhio al numero in busta paga
Puoi dire addio al tuo caro stipendio se hai troppi debiti: recuperare i soldi persi è praticamente impossibile!
In Italia, per molte famiglie lo stipendio rappresenta la principale fonte di reddito, necessaria per affrontare le spese quotidiane e le necessità di ogni mese. Questa entrata non solo sostiene la famiglia nel presente, ma le consente anche di pianificare il futuro e affrontare eventuali imprevisti. La certezza di un reddito mensile dà stabilità, anche in un momento storico come quello che stiamo vivendo in cui il costo della vita continua ad aumentare.
Ad oggi lo stipendio medio in Italia si aggira attorno ai 2.000 euro netti al mese, ma il valore varia notevolmente tra Nord e Sud, così come tra professioni diverse e livelli di esperienza. Per molte famiglie, però, lo stipendio è inferiore alla media, rendendo difficile risparmiare e gestire gli imprevisti.
Quando si verifica una riduzione dello stipendio, l’impatto è immediato: meno entrate significano meno possibilità di far fronte alle spese.
Proteggere il reddito è dunque essenziale, soprattutto per chi ha già difficoltà a far quadrare il bilancio familiare. .
Cosa troverai in questo articolo:
Come funziona il pignoramento dello stipendio e quali sono i limiti
Quando un debitore non riesce a far fronte all’impegno economico preso, il principale rischio è quello del pignoramento. Il pignoramento dello stipendio è un metodo molto comune di recupero crediti. In pratica, il creditore si rivolge direttamente al datore di lavoro del debitore e richiede che una parte dello stipendio mensile venga versata a lui, anziché al lavoratore. Questa procedura è nota anche come “pignoramento presso terzi” e consente un rimborso progressivo e certo del credito ogni mese.
In Italia, la legge stabilisce che, per ogni singolo pignoramento, la parte trattenuta non può superare un quinto dello stipendio netto. Questo limite vale per tutti i tipi di reddito da lavoro, e comprende anche eventuali straordinari e rimborsi spese. Tuttavia, in caso di più creditori con cause differenti, il totale pignorabile può arrivare fino a metà dello stipendio.
I casi particolari e le soglie di pignoramento
La questione cambia se il creditore è l’Agenzia delle Entrate. In questo caso vi sono dei limiti specifici: per gli stipendi inferiori a 2.500 euro, la percentuale pignorabile scende a un decimo, mentre sale a un settimo per quelli compresi tra 2.500 e 5.000 euro. Solo per chi guadagna oltre i 5.000 euro al mese può essere trattenuto un quinto dello stipendio. Non esistono, tuttavia, soglie minime non pignorabili sul reddito da lavoro.
Infine, se lo stipendio è già stato accreditato su conto corrente, il pignoramento può avvenire fino alla somma eccedente il minimo vitale di 1.374 euro, ma solo se presente prima della notifica del pignoramento stesso. Quando invece l’accredito arriva dopo l’avvio della procedura, si applica ancora il limite di un quinto.