Giuseppe Conte avrebbe dato lo stop al contratto con Peppe Grillo. L’ex presidente del Consiglio e attuale leader del Movimento 5 Stelle lo avrebbe detto in un’intervista rilasciata a Bruno Vespa e pubblicata in un libro del conduttore televisivo. “Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale” avrebbe spiegato Conte secondo ANSA, che ha riportato la notizia. Il contratto di collaborazione con il fondatore del Movimento prevederebbe un cachet di 300 mila euro all’anno. Cosa sta succedendo?
Il Movimento Cinque Stelle era nato dall’idea di Peppe Grillo e Gianroberto Casaleggio il 4 ottobre 2009. Il Movimento partiva da un precedente esperimento sociale, chiamato Amici di Beppe Grillo. Lo statuto politico è del 18 dicembre 2012, per poi partecipare alle elezioni del 2013. Per un lungo periodo Grillo mantiene le redini del Movimento come capo politico, fino alle elezioni del 2018, quando decide di staccarsi e di diventarne Garante. Il movimento politico si chiama così perché le 5 stelle sono i punti principali su cui puntano: beni comuni, ecologia, giustizia sociale, innovazione tecnologica ed economia eco-sociale di mercato. Nel 2018 il capo politico del Movimento è Luigi Di Maio. È in questo periodo che compare sulla scena politica Giuseppe Conte, inizialmente come Presidente del Consiglio terzo tra Lega e Movimento Cinque Stelle, ma indicato da questi ultimi in quanto aventi più voti alle ultime elezioni. Giuseppe Conte non è ancora il capo politico del Movimento: dopo l’addio di Di Maio nel 2020, il compito passerà a Vito Crimi. Solo al termine del Governo Conte II, Grillo chiede a Conte di riorganizzare il Movimento per presentarsi alle sfide successive.
Negli ultimi tempi c’è una discussione all’interno del Movimento. Chiusa la collaborazione con il figlio di Casaleggio – Davide – c’è fermento tra chi ritiene che il Movimento non debba cambiare i suoi punti fermi e chi, invece, pensa che le esperienze di Governo possano portare a un’evoluzione. Chi pensa che il limite dei due mandati e tutte le decisioni prese da prima di entrare in politica come Movimento siano valide si riferisce a Beppe Grillo. Chi, invece, ritiene che ci siano dei cambiamenti da fare ha il suo riferimento in Giuseppe Conte. Secondo quanto riportato da ANSA, Conte avrebbe spiegato a Vespa nell’intervista: “Grillo ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”. Il Garante del Movimento – dato che il contratto non è ancora scaduto, ma si parla di un mancato rinnovo – avrebbe risposto in un video su YouTube. “Il MoVimento non c’è più, è evaporato. Però come tutte le evaporazioni – come nel caso del mare – poi magari si trasforma in una tromba d’aria, un ciclone. Non lo so” sarebbero le parole del Garante riportate da NicolaPorro.it.