Buoni pasto, altro che pranzo pagato: se superi questo limite ti devi accontentare delle briciole | Attenzione

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Cibo (Pixabay foto) - www.managementcue.it

Buoni pasto, non solo un pranzo gratis: attenzione al limite da non superare, altrimenti rischi di ricevere solo una piccola parte.

I buoni pasto rappresentano uno dei benefit aziendali più diffusi in Italia. Si tratta di un sistema che permette ai dipendenti di usufruire di un contributo economico per coprire le spese di pranzo, offrendo al tempo stesso vantaggi fiscali sia alle imprese che ai lavoratori. Questo strumento ha acquisito nel tempo sempre più popolarità, grazie alla sua flessibilità e alla capacità di adattarsi alle diverse esigenze dei lavoratori.

Una delle caratteristiche principali dei buoni pasto è la loro ampia spendibilità. Essi non sono limitati soltanto al pranzo al ristorante o al bar, ma possono essere utilizzati anche per fare la spesa nei supermercati o, nel caso dei buoni elettronici e digitali, per acquistare online. Grazie a queste opzioni, i lavoratori possono scegliere come e quando utilizzare i propri buoni pasto, rendendoli un importante strumento di integrazione al reddito.

I buoni pasto non rappresentano solo un vantaggio per i dipendenti, ma anche per le aziende. Dal punto di vista fiscale, infatti, i costi sostenuti per l’acquisto dei buoni pasto sono deducibili integralmente per le imprese, con un’IVA ridotta. Per i liberi professionisti, invece, i costi sono deducibili al 75%, fino al limite del 2% del fatturato. Questo rende i buoni pasto una soluzione conveniente per aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti senza un eccessivo aggravio fiscale.

Negli ultimi anni, con la diffusione del lavoro da remoto, anche i lavoratori in smart working hanno potuto beneficiare dei buoni pasto. Un recente protocollo ministeriale ha infatti stabilito la parità di trattamento tra chi lavora in presenza e chi opera da remoto, riconoscendo il diritto a ricevere i buoni pasto anche a chi non è fisicamente in ufficio. Questo ha consolidato il ruolo dei buoni pasto come strumento essenziale nel panorama dei benefit aziendali.

I vantaggi fiscali dei buoni pasto

I buoni pasto offrono numerosi vantaggi fiscali sia per le aziende che per i dipendenti. Le imprese possono dedurre il 100% dei costi sostenuti per l’acquisto dei buoni e detrarre l’IVA al 4%. Anche i liberi professionisti ne beneficiano, con una deducibilità al 75% delle spese fino al 2% del fatturato. Per i lavoratori, l’importo dei buoni pasto non costituisce reddito da lavoro dipendente fino a 8 euro al giorno per i buoni elettronici e 4 euro per quelli cartacei.

Inoltre, rispetto a un’indennità in busta paga, i buoni pasto risultano fiscalmente più vantaggiosi per le aziende, permettendo di risparmiare sui costi e, al tempo stesso, di offrire un benefit concreto ai dipendenti, migliorando la loro qualità della vita e aumentando la loro produttività.

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Spesa online (Pixabay foto) – www.managementcue.it

Dove e come usare i buoni pasto

I buoni pasto possono essere utilizzati in una vasta rete di esercizi convenzionati, che include non solo bar e ristoranti, ma anche supermercati e negozi di alimentari. I buoni digitali, inoltre, possono essere usati anche per fare la spesa online o per ordinare cibo a domicilio attraverso servizi di food delivery come Deliveroo o Glovo, offrendo massima flessibilità a chi lavora da casa.

Con l’uso dei buoni pasto elettronici o digitali, i lavoratori possono anche monitorare il saldo dei buoni, verificare la scadenza e trovare esercizi convenzionati grazie a app dedicate, rendendo l’utilizzo semplice e immediato, migliorando ulteriormente la loro esperienza.