Ogni mattina in America, come sorge il sole, un milionario si sveglia e sa che dovrà essere più scaltro della giustizia o verrà arrestato. L’ultimo in ordine di tempo che non ha corso abbastanza è Mike Jeffries, il cui nome è tornato sotto i riflettori. Ma se prima i riflettori lo puntavano per la sua importanza nel mondo della moda, oggi l’ex amministratore delegato di Abercrombie & Fitch, è tornato alla ribalta per il suo arrestato negli Stati Uniti. Su Jeffries è infatti scoppiato uno scandalo che tocca la vita di molte persone e che coinvolge una rete di abusi protratti nel tempo. E dunque ad Epstein e Diddy, si aggiunge anche il nome di Jeffries. Non c’è mai limite al peggio.
L’ex AD, noto per aver trasformato Abercrombie & Fitch in un’icona globale durante gli anni ’90 e 2000, è ora accusato di essere al centro di un’operazione di sfruttamento sessuale. Questo, in parte, era già stato anticipato da una inchiesta della BBC nel 2023, che aveva rivelato dettagli scioccanti su presunte pratiche di reclutamento per incontri sessuali organizzati da Jeffries e il suo partner, Matthew Smith. La notizia dell’arresto ha suscitato un’ondata di indignazione, ma anche di sostegno per le vittime che hanno trovato il coraggio di denunciare.Il mondo della moda, spesso dipinto come sfarzoso e brillante, nasconde talvolta lati oscuri.
Abercrombie & Fitch, con il suo focus sull’estetica giovanile e uno stile di marketing aggressivo, è stato al centro di polemiche anche in passato. Tuttavia, ciò che emerge ora riguardo Jeffries e le sue attività è molto più grave. L’accusa non si ferma a semplici episodi, ma parla di una vera e propria rete di sfruttamento che coinvolge giovani uomini, spesso alla ricerca di opportunità nel settore della moda. Gli eventi esclusivi organizzati da Jeffries, descritti inizialmente come occasioni promozionali, avrebbero avuto lo scopo di attrarre giovani uomini promettendo loro un futuro da modelli o collaboratori del marchio.
Tuttavia, secondo l’indagine federale, una volta reclutati, questi venivano costretti a partecipare a incontri sessuali con Jeffries, Smith e altri individui, talvolta in lussuose location sparse per gli Stati Uniti e oltre. Le testimonianze parlano di manipolazione e pressione psicologica, che avrebbero impedito alle vittime di opporsi o denunciare immediatamente quanto accaduto.
La vicenda è stata portata alla luce grazie alle dichiarazioni di diverse vittime, raccolte dalla BBC e confermate nel corso dell’indagine condotta dall’FBI. La rete di abusi, secondo quanto emerge, avrebbe operato per anni, con eventi organizzati tra il 2008 e il 2015, sfruttando il potere e l’influenza del marchio Abercrombie & Fitch per legittimare queste pratiche. James Jacobson, un intermediario che lavorava per Jeffries, è stato anch’egli arrestato in relazione a queste accuse.
Il dipartimento della Giustizia ha descritto questo come un caso particolarmente complesso, evidenziando il ruolo che il prestigio del marchio giocava nel reclutare le vittime. Alcuni dei giovani uomini coinvolti speravano di essere lanciati nel mondo della moda, una promessa che, alla fine, si è rivelata una trappola. Questo meccanismo, secondo gli investigatori, faceva leva su desideri e vulnerabilità, trasformandoli in strumenti di sfruttamento.
Dopo l’arresto, Abercrombie & Fitch ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui si è detta “appallata e disgustata” dalle accuse mosse contro il suo ex amministratore delegato, sottolineando che la sua relazione con l’azienda è terminata quasi un decennio fa. Il marchio ha inoltre espresso solidarietà alle vittime, incoraggiando chiunque sia stato coinvolto in situazioni simili a farsi avanti.
L’arresto di Jeffries e Smith ha suscitato grande scalpore, in parte per la notorietà dei personaggi coinvolti, ma soprattutto per le modalità con cui sarebbero stati organizzati gli abusi. L’inchiesta è tuttora in corso, e ulteriori dettagli potrebbero emergere nel prossimo futuro. Nel frattempo, il processo legale ha preso il via, con Jeffries che è stato rilasciato su cauzione per una somma di 10 milioni di dollari, mentre Smith resta in detenzione.