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Non è vero che servirà lo Spid per accedere ai siti per adulti

Servirà lo Spid per accedere ai siti per adulti? Non è propriamente così: ecco la spiegazione del recente regolamento Agcom. 

Negli ultimi giorni, una notizia si è diffusa molto velocemente sul web: dal 2025, in Italia, sarebbe necessario utilizzare lo SPID per accedere ai siti per adulti. Questa notizia ha subito attirato l’attenzione, generando non poche discussioni, soprattutto in merito alla tutela della privacy degli utenti. Tuttavia, le informazioni circolate non sono del tutto corrette.

La realtà della normativa in discussione è ben più complessa e non riguarda esclusivamente l’utilizzo dello SPID come strumento obbligatorio. L’idea che lo SPID diventi il mezzo principale per accedere a piattaforme con contenuti vietati ai minori deriva da una cattiva interpretazione delle nuove linee guida introdotte dall’Agcom. Queste linee guida fanno parte di una più ampia strategia di tutela dei minori, prevista dal Decreto Caivano.

Il fulcro della regolamentazione riguarda l’age verification, ossia il sistema di verifica dell’età, che mira a evitare l’accesso dei più giovani a contenuti inappropriati, come quelli pornografici o legati al gioco d’azzardo. In effetti, l’Agcom ha stabilito che i siti per adulti devono implementare un sistema di verifica per garantire che solo gli utenti maggiorenni possano accedere ai contenuti.

Tuttavia, non esiste alcun obbligo specifico che preveda l’uso esclusivo di un sistema come lo SPID. Le piattaforme avranno infatti la libertà di scegliere quale tecnologia utilizzare, purché vengano rispettate le normative sulla privacy, come il GDPR e il Digital Services Act.

Come si dovrà verificare l’età online

Il regolamento di Agcom, approvato il 7 ottobre, prevede diverse opzioni per la verifica dell’età, ma lascia la scelta delle modalità tecniche alle piattaforme stesse. Si va dall’uso di carte d’identità, carte di credito, numeri di cellulare o persino banche dati anagrafiche. Ogni metodo ha i suoi vantaggi e svantaggi, in particolare per quanto riguarda la tutela della riservatezza degli utenti. Il principio chiave, secondo l’Autorità, è che la verifica dell’età dovrà avvenire tramite un soggetto terzo certificato, il cui intervento garantisca il cosiddetto “doppio anonimato”.

In altre parole, chi verifica l’età non saprà per quale servizio specifico l’utente richiede l’accesso e, allo stesso tempo, non sarà possibile associare l’utente a un determinato contenuto. Questo modello cerca di bilanciare la necessità di protezione dei minori con il rispetto delle normative europee sulla privacy, come il GDPR, evitando così che le piattaforme possano raccogliere dati sensibili sugli utenti.

Tastiera del pc (Pixabay foto) – www.managementcue.it

Quale sarà il ruolo dello Spid nelle nuove norme

Contrariamente a quanto riportato inizialmente, lo SPID non sarà l’unico sistema utilizzabile per accedere ai siti per adulti. Le linee guida dell’Agcom non impongono uno strumento di verifica specifico. Le piattaforme potranno scegliere tra diverse tecnologie, rispettando il principio di privacy “rafforzata”. Tuttavia, lo SPID potrebbe essere uno dei metodi adottati, soprattutto per la sua diffusione e affidabilità, ma non è previsto come obbligatorio per tutti gli utenti. Si tratta solo di una delle opzioni possibili, accanto ad altre come la verifica tramite carta di credito o cellulare.

La chiave sarà garantire che il sistema di verifica scelto rispetti pienamente la riservatezza degli utenti, impedendo l’associazione tra identità digitale e contenuti consultati, e assicurando al tempo stesso una protezione efficace per i minori. Il regolamento di Agcom dovrà ora ottenere l’ok della Commissione Europea.

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Published by
Gaetano Vitulano